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Roma, 8 maggio 2024 – Novità e polemiche sul Superbonus. Le ripercussioni sui conti pubblici della misura introdotta dal governo Conte in piena crisi Covid continuano a tenere banco così come il tentativo di aggiustarne l’impatto da parte dell’attuale esecutivo Meloni.

Superbonus, detrazione in 10 anni obbligatoria

Superbonus e crediti a 10 anni

Arriva l’obbligo di spalmare i crediti del Superbonus a 10 anni. Lo ha indicato il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti dopo aver partecipato ai lavori della commissione Finanze del Senato sul decreto Superbonus. Quello che dunque nella discussioni degli ultimi mesi sembrava dover essere una “possibilità” si trasformerà in un “obbligo” attraverso un emendamento (in preparazione al Mef) che sarà inserito nel decreto Superbonus. A chi gli chiedeva della possibilità di spalmare i crediti su 10 anni anziché su 4-5, il ministro ha detto che “non sarà una possibilità ma un obbligo”.

Cosa vuol dire

Poniamo che un contribuente abbia da recuperare 10.000 euro di crediti. Se fatto in 4 anni comporta un recupero (tramite la dichiarazione dei redditi) di 2.500 euro all’anno. Spalmando il recupero in 10 anni si otterranno 1.000 euro di rimborso all’anno (per 10 anni, appunto).

I vantaggi

I vantaggi per lo Stato sono presto detti. Invece di rimborsare i contribuenti in un lasso di tempo più breve (dovendo sborsare cifre più alte) ci impiegherà più tempo con una riduzione della spesa annua e dell’impatto sui conti pubblici di ogni singolo anno. La cifra finale sarà la stessa ma ci sarà più tempo per pagarla

Stretta sulle deroghe

Quella dell’estensione a 10 anni del recupero dei crediti non è l’unica novità. Il governo ha allo studio una norma che consentirà limitate deroghe al divieto di cessione del credito e sconto in fattura, deroghe che dovrebbero riguardare le zone colpite da calamità naturali (terremoti ed alluvioni), i lavori per l’abbattimento delle barriere architettoniche e per gli immobili degli enti del Terzo settore.

Le colpe

Sarebbe stato possibile fermare anticipatamente la misura del Superbonus, come ha indicato recentemente Bankitalia? “Sarebbe stata gradita se l’indicazione fosse stata fatta prima, magari nel 2021, nel 2022 o nel 2023. Arriva nel 2024, quando il governo esattamente sta procedendo a fare questo”. Lo ha detto il Ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, rispondendo ai giornalisti a margine del suo intervento in Commissione finanze al Senato.

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I diritti e la Costituzione

Il Ministro ha sostenuto che per il governo era impossibile arginare prima gli effetti del Superbonus. “Esistono i diritti acquisiti, c’è la Costituzione, c’è il principio in base al quale chi ha iniziato un lavoro nel 2021 ha diritto di finirlo nel 2023 e presentare le fatture nel 2023”.

Il Superbonus come il Vajont

E’ evidente – ha aggiunto – che quando noi siamo intervenuti, fortunatamente a porre una diga, la valanga era già partita e quando la valanga arriva giù produce disastri”, ha detto Giorgetti facendo poi un esplicito riferimento al disastro del Vajont. Quando siamo arrivati al governo era ottobre 2022, ci hanno avvisato che stava arrivando la valanga e abbiamo fatto quello che potevano fare”.

Le critiche

“Leggiamo delle dichiarazioni, ma aspettiamo di vedere il testo. Come ha anche detto il ministro Giorgetti nessun provvedimento può essere retroattivo. Escludiamo che ci sia una retroattività, altrimenti avrebbe un impatto fortissimo su imprese, banche e cittadini”. Così la presidente dell’Ance Federica Brancaccio, interpellata dall’agenzia di stampa Ansa, sulla volontà espressa da Giorgetti di prevedere l’obbligatorietà sui crediti del Superbonus spalmati in 10 anni. Già nei giorni scorsi, ricorda Brancaccio, le associazioni datoriali avevano espresso preoccupazione in una missiva al ministro, parlando di un impatto devastante”.

In attesa di conoscere l’emendamento del Governo, Cna Costruzioni “esprime forte preoccupazione sulle ennesime modifiche al Superbonus annunciate dal Ministro dell`Economia Giancarlo Giorgetti”. In particolare “l’introduzione dell`obbligo di spalmare da 4/5 a 10 anni il periodo di utilizzo dei crediti e il blocco a qualsiasi emendamento parlamentare sulle deroghe. Misure penalizzanti per le imprese del settore che stanno vivendo una fase di difficoltà a causa della congiuntura economica. Le parole del Ministro in Commissione finanze sembrano invece escludere che l’obbligo a 10 anni possa avere carattere retroattivo. Sarebbe dirompente per imprese e cittadini calpestando un diritto acquisito”.

Misure retroattive?

Il ministro Giorgetti non ha specificato se le misure per spalmare i crediti su 10 anni anziché gli attuali 4-5 saranno anche retroattive, cioè verranno applicate anche a chi ha fatto i lavori negli anni passati e li ha già messi in detrazione. C’è però da escluderlo perché costituirebbe un “cambiamento delle regole a giochi in corso” che si presterebbe a un’innumerevole serie di ricorsi. A predicare cautela sono anche ambienti della stessa maggioranza. Erica Mazzetti, deputato di Forza Italia e responsabile nazionale dipartimento Lavori pubblici. “La retroattività del provvedimento aprirebbe profili di incostituzionalità”.

L’impatto sui conti pubblici

Le ultime stime effettuate da Bankitalia fissavano in 135 miliardi di euro l’impatto del Superbonus (soldi che lo Stato ha pagato o dovrà pagare) sui conti pubblici e in particolare sul debito che nei prossimi anni dovrà anche misurarsi con regole più stringenti imposte dalla Ue.

 

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