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Macchina in prestito: chi è responsabile per l’infrazione stradale? A chi vengono tolti i punti e chi può fare ricorso?

Chi dà in prestito un’auto a un’altra persona conclude, anche se inconsciamente, un contratto di comodato gratuito. Questo è il nome che la legge dà al prestito di cosa mobile o immobile: prestito che può essere anche verbale e che non deve per forza avere una durata minima (potendo protrarsi anche solo per pochi minuti). Ebbene, se in quest’arco di tempo, il conducente dovesse violare il Codice della strada, chi sarebbe responsabile della relativa infrazione? Se l’auto è in comodato, chi deve pagare la multa? Cerchiamo di fare il punto della situazione.

Chi paga la multa tra conducente e proprietario?

Tutte le volte in cui l’auto è in prestito, l’obbligo di pagare la multa grava sia sul proprietario che sull’effettivo conducente (si ha ciò che la legge chiama “responsabilità solidale”). Chiaramente è dovuto un solo pagamento, ma la polizia lo può esigere per intero tanto dall’uno quanto dall’altro soggetto.

Questo significa che chi dà in comodato gratuito l’auto propria potrà essere tenuto a pagare le multe per conto dell’effettivo conducente se questi non dovesse farlo spontaneamente, salvo poi rivalersi contro di lui per chiedergli il rimborso.

Chi subisce la decurtazione dei punti tra conducente e proprietario?

Diverso invece è il regime per la decurtazione dei punti dalla patente, sanzione accessoria eventualmente collegata alla multa. Dobbiamo distinguere due ipotesi:

  • se la multa viene contestata immediatamente al trasgressore, i punti vengono subito sottratti dalla sua patente. Il proprietario quindi non rischia nulla e riceverà solo la notifica del verbale presso la propria residenza al fine di essere messo al corrente della violazione stradale e pagare la contravvenzione, onde evitare le conseguenze per l’inadempimento (emissione della cartella esattoriale, addebito di interessi, fermo auto, pignoramento, ecc.). Dal ricevimento della multa, il conducente può fare ricorso al Giudice di Pace (entro 30 giorni) o al Prefetto (entro 60 giorni);
  • se la multa viene contestata in modalità differita, ossia con spedizione a casa del titolare del veicolo (come succede spesso nel caso di violazioni rilevate con T-Red, Autovelox o Tutor), il titolare del mezzo è tenuto, entro 60 giorni, a comunicare all’organo accertatore le generalità dell’effettivo conducente e il numero della sua patente affinché possano essere tolti a lui i punti dalla patente. Se non lo fa, subirà una seconda sanzione da 292 euro a 1168 euro. Il titolare del veicolo può comunque fare opposizione al verbale nei 30 giorni successivi al Giudice di Pace o nei 60 al Prefetto.

Ricevuta la comunicazione con l’identità dell’effettivo conducente (comodatario dell’auto), l’organo accertatore gli notifica il verbale con il provvedimento accessorio di decurtazione dei punti. Egli potrà presentare opposizione nei termini di legge (30 o 60 giorni per come visto sopra).

Che succede se il conducente non paga la multa?

In caso di contestazione immediata, come visto, il conducente-comodatario è messo subito nella condizione di pagare la multa, venendogli consegnato il verbale nello stesso momento della infrazione. Egli dovrà estinguere il pagamento:

  • entro 5 giorni se vuol usufruire dello sconto del 30%;
  • entro 60 giorni se vuol pagare in misura ridotta.

Dal 61° giorno in poi, egli dovrà pagare la multa in misura integrale, che è pari alla metà del massimo edittale della sanzione. In pratica, bisognerà pagare il doppio rispetto all’importo in misura ridotta, che si sarebbe pagato entro i 60 giorni.

Il proprietario potrebbe estinguere la contravvenzione per conto suo, ma poi farsi rimborsare i soldi spesi.

Se neanche il titolare del mezzo paga la multa, il Comune potrà agire nei confronti di entrambi i soggetti, esigendo da ciascuno di essi l’intero importo.

Se la morosità dovesse persistere, verrà notificata l’ingiunzione di pagamento (da parte del Comune) o la cartella esattoriale

(da parte della società di recupero crediti).

Poi si passerà all’esecuzione forzata. È bene però sapere che:

  • dopo il 61° giorno, scattano gli interessi del 10% ogni sei mesi;
  • è possibile il fermo dell’auto anche se il veicolo era condotto da un soggetto terzo: il fermo infatti non è una misura punitiva ma cautelare, volta ad evitare il deprezzamento del bene in vista di un possibile pignoramento.

Che succede se l’auto non era assicurata?

La multa stradale per guida con auto non assicurata grava sia sul proprietario che sull’effettivo conducente, anche se questi non era al corrente del mancato pagamento della polizza rc-auto.

In caso di incidente stradale, il danneggiato verrà risarcito dal Fondo Vittime della strada che a sua volta potrà poi rivalersi sia nei confronti del proprietario del mezzo che del comodatario (Cass. sent. n. 40592/2021). Il proprietario che sia stato escusso dal Fondo avrà poi il diritto di rivalersi nei confronti dell’effettivo conducente.

In sintesi

In base al Codice della strada (articoli 126-bis e 196 del D.Lgs. 285/1992), nel caso di comodato d’uso (prestito a titolo gratuito), la responsabilità per le infrazioni stradali commesse dal conducente è solidale con l’intestatario del veicolo. Quest’ultimo, dopo aver pagato la sanzione, ha diritto a chiedere al conducente, responsabile dell’infrazione, la restituzione dell’intero importo pagato.

Qualora nessuno dei due dovesse pagare, entrambi riceveranno una cartella esattoriale.

La decurtazione dei punti avviene in capo all’effettivo utilizzatore, a seguito della comunicazione dei suoi dati da parte del comodante al ricevimento della multa.

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