Due ruderi con annessi terreni. Due maxi condomini da 118 unità, nati dal nulla e solo sulla carta. Un resort di lusso e un albergo, pagati con le agevolazioni pubbliche.
Non sono tre beni diversi, ma sempre gli stessi immobili che, nei mesi, hanno assunto sembianze diverse e che sarebbero al centro di una truffa da 13 milioni di euro, smascherata dalla Guardia di Finanza di Siracusa.
Le indagini dei finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria sono partite da due contratti di compravendita immobiliare stipulati in qualità di acquirenti da una coppia di coniugi, risalenti al 2020 e al 2021 e aventi ad oggetto in entrambi i casi un fabbricato in stato di abbandono e l’annesso terreno agricolo.
Subito dopo la stipula del rogito è stata registrata all’anagrafe tributaria la costituzione di due condomìni con sede nella provincia di Siracusa e Ragusa, di cui una signora (la moglie) risultava essere rappresentante; dopo aver ottenuto le autorizzazioni necessarie, venivano avviati i lavori di ristrutturazione, con demolizione e ricostruzione degli immobili per trasformarli in strutture residenziali e turistico-ricettive. Per pagare i costi sostenuti, veniva richiesto il superbonus.
Il problema nasce dal fatto che, prima della stipula dei due rogiti, i coniugi hanno proceduto, senza averne ancora titolo e con l’aiuto di alcuni professionisti compiacenti, al frazionamento catastale dei due fabbricati con la costituzione di 118 nuovi subalterni rispetto ai quattro originari. L’unica finalità di questa operazione, come le indagini hanno dimostrato, era di ottenere un beneficio fiscale di gran lunga maggiore rispetto all’importo spettante, moltiplicando i massimali da poche centinaia di migliaia di euro a oltre 11 milioni.
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