Era già chiaro dai numeri
sviluppati ad aprile e, benché due indizi non facciano ancora
una prova, l’ultimo report pubblicato da Enea sull’utilizzo del
superbonus energetico confermano la fine delle detrazioni fiscali
di cui all’art. 119 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto
Rilancio).
Superbonus: il report Enea di maggio 2024
Nel report Enea aggiornato al 31
maggio 2024 registrati:
- 248 nuove asseverazioni;
- 121 milioni di euro di nuovi investimenti ammessi a
detrazione; - poco più di 102 milioni di euro di nuovi investimenti per
lavori conclusi ammessi a detrazione.
Numeri in linea con quanto registrato al 30 aprile 2024 che
confermano la fine del superbonus con i primi 3 mesi dell’anno in
cui sono stati asseverati lavori (entro i 90 giorni canonici
previsti dalla norma) probabilmente terminati al 31 dicembre
2023.
Una fine dovuta soprattutto alla “cura Giorgetti” che nel corso
dell’ultimo anno e mezzo ha emanato diversi provvedimenti con
l’unico scopo di mettere un punto ad una detrazione che aveva
portato ad un impegno ritenuto eccessivo per le casse dello Stato.
Tra questi provvedimenti hanno inciso soprattutto:
Due provvedimenti che hanno eliminato ogni possibilità di
utilizzo delle opzioni alternative alla detrazione diretta (sconto
in fattura e cessione del credito) ovvero lo strumento fiscale che
più di tutti aveva incentivato questa detrazione consentendone
l’utilizzo a chi era privo di capacità economica e/o capienza
fiscale.
Investimenti ammessi a detrazione e conclusioni
Da settembre 2021 a maggio 2024 è questo il grafico degli
investimenti ammessi a detrazione:
Un andamento i cui numeri maggiori sono stati sviluppati
(neanche a dirlo) proprio a ridosso della fine del Superbonus
90/110% (tra settembre e dicembre 2024) con un effetto
trascinamento dovuto all’asseverazione Enea da fare entro 90 giorni
dal fine lavori, che ha coinvolto i primi 3 mesi del 2024.
A questo punto appare evidente che il Governo non dovrà più
preoccuparsi del superbonus e potrebbe cominciare a pensare
seriamente ai problemi di chi è rimasto vittima di questa
mortificazione normativa durata 4 anni che ancora oggi non ha avuto
risposte concrete dallo Stato (ovvero lo stesso che ha creato
questa ragnatela di norme e continue modifiche).
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