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Come correggere l’IBAN errato indicato nella domanda del primo contributo a fondo perduto? Cosa devono fare coloro che, successivamente all’emissione del mandato di pagamento, hanno subito uno scarto da parte della banca e non hanno ancora ricevuto il ristoro statale?

Con il provvedimento n. 358844 del 20 novembre 2020, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito le modalità e i termini di presentazione delle istanze per il riconoscimento dei contributi a fondo perduto di cui ai DL Ristori e Ristori-bis. Sempre nella medesima data, è stata pubblicata sul sito istituzionale anche una interessante guida che potrà agevolare i contribuenti in questa fase delicata.

Uno dei temi caldi di questi giorni frenetici di invio delle domande è sicuramente quello dell’eventuale errore nel codice IBAN, con la conseguente necessità di correggere il tiro per tempo. Nella guida menzionata, l’Agenzia delle Entrate introduce una nuova modalità risolutiva del problema, che va a snellire la procedura correttiva precedentemente suggerita.

Come noto, la Risoluzione n. 65/E dell’11 ottobre 2020 ha spiegato la modalità attraverso la quale tutti i contribuenti che avevano indicato un IBAN errato nella domanda del primo contributo a fondo perduto, quello che era stato introdotto dall’art. 25 del DL rilancio, possono correggerlo. A tali soggetti basta presentare un’istanza di autotutela volta alla revisione dell’esito di rigetto, indicando in modo puntuale e chiaro i motivi dell’errore e l’IBAN corretto. La richiesta di rettifica va inviata via PEC alla Direzione provinciale territorialmente competente in relazione al proprio domicilio fiscale, che la esaminerà in maniera puntuale e perverrà ad un diniego (con la possibilità di procedere all’effettuazione di ulteriori attività istruttorie volte ad accertare l’eventuale tentativo di truffa) o ad un accoglimento dell’istanza. Questo per quanto riguarda tutte le domande di “contributo a fondo perduto DL rilancio”.

Ma il problema dell’IBAN errato ha avuto un impatto forte anche sulla nuova domanda di contributo a fondo perduto. Infatti, i soggetti aventi i requisiti per il contributo di cui al DL Ristori, ai quali è stato concesso il precedente contributo previsto dal DL Rilancio, hanno avuto automaticamente (senza fare una nuova domanda) l’accredito sul conto corrente. Al contrario, tutti coloro che, successivamente all’emissione del mandato di pagamento, hanno subito uno scarto da parte della banca, non hanno ancora ricevuto il ristoro statale. Tali contribuenti dovranno presentare un’istanza di accesso via PEC seguendo la procedura straordinaria indicata dalla Risoluzione n. 65/E oppure l’Agenzia delle Entrate ha previsto una nuova modalità comunicativa più snella e veloce? Nella guida pubblicata in data 20 novembre, a tal proposito, è scritta la seguente frase: “Successivamente all’emissione del mandato di pagamento, nel caso di storni o scarti da parte della banca su cui il conto corrente è acceso, l’utente potrà indicare un nuovo Iban su cui ottenere il riaccredito della somma, utilizzando una specifica funzionalità nella propria area riservata del sito internet dell’Agenzia delle entrate”. Pertanto la risposta fortunatamente è affermativa: sarà introdotta una nuova modalità comunicativa più veloce ed efficace.

Al momento sul sito dell’Agenzia delle Entrate non risulta ancora la funzione, ma ciò è importante è che ci sarà e che renderà più agevoli le comunicazioni rispetto ad una tradizionale PEC.

Giovanni Fanni – Centro Studi CGN
http://giovannifanni.blogspot.com/
http://www.studiofanni.net/

 

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