È CiviBank la prima banca locale del Paese ad ottenere la certificazione B Corp. Un traguardo che sancisce una profonda trasformazione interna all’istituto di credito, destinata a proseguire, «nel rispetto di standard nell’ambito sociale oltre che ambientale». La certificazione «arriva al termine di un anno di lavoro – spiega il direttore generale di CiviBank, Mario Crosta – iniziato di fatto nel momento in cui, con la trasformazione in Spa, la banca ha scelto di diventare società benefit».
A rilasciare il certificato è l’ente B Lab, al termine di un processo di valutazione «che ha sondato tutti gli ambiti operativi della banca, dal catalogo prodotti, dove sono presenti ad esempio – dettaglia Crosta – finanziamenti destinati ali investimenti nella transizione ecologica e di natura sostenibile, progetti di microcredito, ai contratti di lavoro, alla governance, valutando anche che cosa la banca riversa sulla comunità». La scelta di fornitori locali o comunque attivi sul territorio, l’acquisto di energia da fonti rinnovabili sono altri elementi considerati.
CiviBank è quindi oggi tra le poche società B Corp in Italia e l’unica banca?
«Le B Corp ne nostro paese sono poche, circa 200, in Friuli Venezia Giulia credo ce ne siano 4 o 5, nel mondo si arriva a 6 mila. Più alti i numeri delle società benefit che sono ormai 2.300 in Italia di cui una cinquantina nella nostra regione. In ambito finanziario c’è un solo istituto ad essere B Corp, ma CiviBank è oggi l’unica banca in Italia, ce ne sono una decina a livello europeo».
I “numeri” crescono, segnale che la cultura e l’attenzione alla sostenibilità, che non si declina ovviamente solo in termini ambientali, avanza…
«La sostenibilità per noi è un fattore strategico e un vantaggio competitivo. Segnalo che CiviBank è stata anche inserita nell’elenco delle 130 aziende italiane più attente al clima, un altro risultato di cui essere fieri».
Tornando alla sostenibilità a 360°…
«Come Gruppo Sparkasse è in corso di definizione un progetto Esg che darà un orientamento forte e preciso all’operato della banca».
E sul fronte imprese, l’attenzione ai criteri Esg sta aumentando?
«Assolutamente sì. I clienti privati, soprattutto i giovani, dimostrano molta attenzione al tema: di fronte ad un investimento, la richiesta è sempre di dettagliare il grado di sostenibilità. Dal lato imprese, per quelle di maggiore dimensione e più strutturale la sostenibilità è un fattore strategico. Occorre lavorare per aumentare la consapevolezza del valore dei criteri Esg nelle imprese più piccole che dovranno necessariamente adeguarsi. Nel momento in cui un’azienda si pone il tema di certificare la propria produzione, è l’intera filiera che dovrà essere certificata».
CiviBank può avere un ruolo in un percorso formativo?
«È nei nostri progetti la volontà di promuovere iniziative per far crescere questa cultura, e noi siamo disponibili a fornire consulenze per orientare l’attività delle aziende su questi temi».
Essere B Corp era un obiettivo da raggiungere. Valido ora e per sempre?
«Se con questo si intende che la certificazione che abbiamo ottenuto sia una sorta di “patente” da non sottoporre a revisione, la risposta è no. La certificazione la si mantiene sottoponendosi ogni anno a verifica, la qual cosa richiede un’attenzione costante delle aziende, e nel nostro caso della banca, al rispetto dei parametri previsti. Lo definirei un processo di miglioramento continuo».
Prossimi obiettivi?
«La definizione di un progetto complessivo Esg a livello di Gruppo».
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