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In questi giorni si é tornati a parlare di quelli che potrebbero essere i contenuti della prossima legge di bilancio 2025, ieri abbiamo pubblicato anche un’intervista completa a cui ha risposto Cesare Damiano su Radio Radicale in cui ci si interrogava proprio sulle future intenzioni del Governo e sulle possibile proroghe delle misure oggi esistenti o su eventuali nuove misure di flessibilità. Tra i rumors degli scorsi giorni anche una possibile flessibilità dai 64 anni ai 72. Lo stesso Damiano ha accennato a quella flessibilità in uscita che per lui potrebbe avere più senso ossia a partire dai 64 anni d’età con al più una minima penalizzazione per chi esce prima dei 67 anni. I lettori si sono interrogati però su quali potrebbero essere gli anni contributivi richiesti per poter accedere alla quiescenza nell’eventualità che mai passasse la flessibilità dai 64 ai 72 anni di cui si é sentito parlare nei giorni scorsi. Perché molti sostengono che se davvero dovessero venire meno le Quote ed i vincoli rigidi ad essa legate, si pensi alla Quota 103 (41+62) allora potrebbe essere anche un bene e finalmente un’apertura verso la libertà di scelta da parte del lavoratore se uscire con un assegno ‘più leggero’ a fronte di meno anni di contributi. A detta di Francesco la soluzione ottimale in ottica di assegno contributivo e libertà di anticipo, al più il limite per i contirbuti dovrebbe essere fissato a 35 anni e non di più senza vincoli di somme tra età e contributi. Pubblichiamo il suo lungo ed articolato commento perché ci pare colga bene quanto in molti vanno asserendo.

Pensioni anticipate 2025, Via Quota e vincoli, ok 64 anni ma dai 35 anni di contributi

Francesco così scrive: Buongiorno. A mio avviso va più che bene la flessibilità in uscita a partire dai 64 anni, d’altronde è ciò che auspicavano più o meno tutte le proposte che noi stessi abbiamo sponsorizzato, compresi gli stessi sindacati. Però mi sorge un dubbio: quanti anni di contribuzione saranno necessari per poter uscire dal lavoro a 64 anni? Va benissimo il sistema contributivo, per carità: tanto hai versato di contributi, tanto avrai di pensione, per cui chi sceglie di andare in pensione a 64 anni avrà un importo pensionistico proporzionale agli anni di contribuzione versati, giustissimo. Purchè però gli anni di contribuzione necessari per uscire dal lavoro a 64 anni siano equi, cioè non superino assolutamente un massimo di 35 anni. Altrimenti siamo punto e d’accapo con le quote: quota 100, quota 101, quota 102, quota 103, ecc…. Il punto è che la vera flessibilità deve consentire all’aspirante pensionato un’uscita ad un’età decente (tipo appunto 64 anni), in cambio certamente di percepire una pensione più bassa, cioè proporzionale ai contributi versati. Non si può certamente definire “decente” il pensionamento a 67 anni come è quello attuale!!

Quote inaccettabili, anzianità di servizio troppo alta

Poi aggiunge: Come non sono accettabili le quote, le quali richiedono purtroppo un’anzianità di servizio troppo alta, superiore ai 40 anni. Bisogna capire che non tutti gli italiani hanno iniziato a lavorare a 15-20 anni. Moltissimi, per varie ragioni, hanno iniziato a versare i contributi anche a 25/28 anni. E allora cosa facciamo? Ora che questi maturano 41 anni di servizio avranno settant’anni! Li mandiamo in pensione a settant’anni obbligatoriamente perchè non raggiungono prima i 41 anni di servizio? Questa non è certamente flessibilità in uscita, questa è rigidità peggio delle quote. E allora sia consentito anche a loro di andare in pensione a 64 anni, certamente in cambio di una pensione più bassa, proporzionale agli anni che hanno lavorato: questa è vera flessibilità. Sia il lavoratore a scegliere.

Pensioni anticipate 2025, Ok 64+35, ma occorre associarealtro per precoci e donne?

Il sistema di flessibilità ideato da Francesco potrebbe essere giusto per quanti hanno iniziato a lavorare ad un’ età più avanzata, potrebbe essere anche forse sostenibile trattandosi di puro contributivo, ma andrebbe probabilmente associato a qualche altra forma di flessibilità che tenga in conto quanti hanno già raggiunto i 41 anni di contirbuti ma sono decisamente più giovani dei 64 anni, i precoci ed i quarantunisti appunto, e qualche altra misura a favore delle donne che certamente vedrebbero di buon grado il limite contributivo dei 35 anni, sicuramente maggiormente raggiungibile rispetto ai requisiti della quota 103 passata, ma potrebbero forse avere a che ridire sull’età del pensionamento, essendo abituate ad opzione donna che consente loro di uscire prima rispetto ai 64 anni qui ipotizzati. In molti sperano comunque resti vigenete di base la Riforma Fornero perché quanti hanno raggiunto 42 anni e 10 mesi indipendentemente dall’età non intendono vederli ricalcolare l’assegno col contributivo.

Tenendo conto di questi aspetti, cosa ne pensate delle considerazioni di Francesco, sareste favorevoli o meno alla sua proposta di pensione anticipata, ok contributivo ma uscita dai 64 anni + 35 di contributi? Fatecelo sapere come sempre nell’apposita sezione ‘commenti’ del portale.

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