Nella seduta del 5 aprile del Consiglio comunale sono state presentate due interrogazioni su piazza Danti da parte dei gruppi di opposizione.
Il primo intervento sulla piazza – riporta la prima interrogazione, a firma del consigliere Fabrizio Croce (Idee Persone Perugia) e sottoscritta anche dal gruppo del Pd – ha visto la realizzazione, davanti all’ingresso principale della cattedrale, di un “sagrato che consenta di creare una zona di rispetto per la facciata del Duomo, rialzato rispetto al piano stradale e lastricato in travertino, come i materiali che costituiscono il podio del monumento”. Gli altri interventi messi in progetto sono un ampliamento dell’area pedonale sul lato opposto al sagrato, attraverso l’installazione di dissuasori e fioriere, la creazione di uno spazio semicircolare davanti al Turreno, fulcro visivo della piazza, destinato ad assumere il ruolo di filtro con il completamento del recupero dell’immobile, e, infine, la collocazione all’interno di questo spazio di un’opera d’arte contemporanea.
Sull’entità e l’impatto del primo intervento, consistito nella realizzazione di una pedana in travertino che avvolge e modifica nella percezione l’assetto della scalinata, sono state sollevate non poche perplessità. Nell’interrogazione illustrata da Croce si ricorda altresì che nella piazza già vige, da molti anni, un divieto di sosta permanente (fatte salve alcune piazzole per i disabili ed i mezzi di servizio della vicina stazione di Polizia); sussistono inoltre svariati esercizi commerciali, artigianali e di somministrazione con le loro esigenze di approvvigionamento e con la riapertura del Turreno nasceranno due nuovi luoghi di aggregazione che a loro volta necessiteranno di spazi carico e scarico, anche con mezzi di notevole ingombro, trattandosi di attività di pubblico spettacolo che richiedono impianti ed attrezzature tecniche a volte di grandi dimensioni.
Ciò premesso nell’atto si chiede se sia possibile ripensare l’assetto del lato opposto al sagrato, ipotizzando la collocazione di soli dissuasori mobili (fioriere) in luogo di paletti fissi che danneggerebbero in modo irreversibile la pietra serena, oltre a rappresentare un ostacolo per le persone. Si chiede altresì se sia possibile ripensare un restringimento fisico della carreggiata in modo più armonico con il contesto e tenendo conto delle esigenze, sia pure temporanee nella durata e circoscritte alla sola logistica, connaturate alla volontà di riportare vita e socialità nella piazza a scapito degli autoveicoli.
L’interrogazione della consigliera Francesca Tizi (M5s) invece ricorda che nell’audizione in Commissione V dello scorso autunno, l’assessore Scoccia e i tecnici del Comune avevano illustrato l’intervento che si sarebbe dovuto tenere su piazza Danti come per nulla incisivo e di mero restauro. La consigliera ha fatto riferimento a modifiche apportate all’antica scalinata e ha asserito che, a suo avviso, in base alle opinioni di comuni cittadini e di esperti, il progetto realizzato non piace. Ha quindi chiesto di conoscere le motivazioni di quello che sembra un intervento impattante e che di fatto snatura la fisionomia della scalinata della Cattedrale.
L’assessore all’urbanistica Margherita Scoccia ha trattato congiuntamente le due interrogazioni. Il progetto per piazza Danti – ha detto – si inserisce in un ambito più generale di riqualificazione degli spazi del centro storico. Lo studio fattibilità è del dicembre 2020, il progetto definitivo del dicembre 2021 e nell’ottobre 2022 è stato approvato quello esecutivo per 180mila euro. Scoccia ha quindi citato alcuni degli interventi in esso previsti e ormai in fase di completamento, tra cui la creazione di un sagrato sul lato principale della cattedrale di San Lorenzo, mediante la realizzazione di un ampio marciapiede protetto, rialzato rispetto al piano stradale e lastricato in travertino, in analogia con i materiali già presenti; l’ampliamento degli spazi pedonali, salendo da via Calderini, delimitati a sinistra da paletti dissuasori – fino all’inizio del sagrato – e a destra da un alternanza di fioriere e paletti dissuasori; la sostituzione di tutti gli attuali elementi di arredo urbano con altri in armonia fra loro e con il contesto; la realizzazione di uno spazio, ad esclusivo uso pedonale, davanti all’edificio dell’ex-cinema Turreno per valorizzare le funzioni che tale contenitore assumerà in futuro.
Iniziati i lavori – ha proseguito l’assessore – sono usciti articoli di stampa e interventi sui social che hanno sollevato dubbi sulla corretta esecuzione e sulla conduzione dei lavori e sulla corrispondenza di questi al progetto approvato. Il 27 febbraio l’assessore ha quindi chiesto agli uffici competenti una relazione tecnico-descrittiva relativa al progetto definitivo ed esecutivo e ai lavori eseguiti. Il progetto esecutivo – ha dunque precisato Scoccia – ha ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie, incluse quelle della Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio dell’Umbria (art. 21 comma 4 Codice beni culturali) con specifiche prescrizioni. Tra queste, fondamentale quella che, tra l’altro, ha indicato di “modificare la giacitura e la geometria delle delimitazioni stradali, al fine di non generare un disegno della piazza individuato tramite i raggi di curvatura della viabilità carrabile (in particolare riferimento all’area di fronte al Teatro Turreno)”. In particolare, rispetto al sagrato della cattedrale è invece stato chiesto di “seguire una geometria secondo la giacitura dettata dalla Cattedrale prevedendo un andamento parallelo alla facciata ed evitando l’andamento a linea spezzata”.
L’assessore ha poi citato i sopralluoghi di verifica dello stato di avanzamento del progetto effettuati in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria nel dicembre 2022 e ancora il 14 e 23 febbraio. Nel corso di tali sopralluoghi sono state concordate le modalità di esecuzione dei lavori anche in relazione al posizionamento dei basoli della scalinata.
In risposta a Croce, Scoccia ha chiarito che si sta valutando se implementare il progetto con un numero maggiore di fioriere a scapito dei paletti, tenendo comunque conto delle complessive esigenze logistiche dell’area.
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