Kivi di Vigliano, fallimento trappola per gli operai #finsubitoagevolazioni

Come un gioco dell’oca: mosse a ritroso, guai con la giustizia, sogni infranti. Solo che le pedine in questo caso sono 26 lavoratori che rischiano di rimanere senza stipendio, intrappolati nelle maglie di un fallimento su cui si è aperta un’inchiesta.

Vicenda complicata quella della Kivi srl di Vigliano, società che realizza sistemi per la mobilità delle persone disabili, ora all’asta, finita al centro di un’indagine della Finanza per bancarotta fraudolenta.

Adesso, a lanciare l’allarme, è Giuseppe Morabito della Fiom Cgil, che chiede alla Regione di intervenire e salvare i dipendenti.

Il punto di partenza di questa storia è l’ottobre 2022. La Kivi srl cede il ramo d’azienda alla Kivi Mobility Freedom.

Le attività della nuova azienda, simili a quelle svolte dalla cedente, vengono effettuate in un capannone nei paraggi. Poi la Kivi srl fallisce. Questa mossa viene interpretata dalla magistratura come un escamotage per sottrarre la produzione alla procedura fallimentare. Una via di fuga illegale.

I giudici dispongono la nullità della cessione d’azienda.

I nuovi proprietari si oppongono ma interviene la Finanza che apre un’indagine per bancarotta fraudolenta nei confronti di Michela Giberti, precedente proprietaria e Salvatore Di Bacco, amministratore della società che ha preso in affitto il ramo.

Nel mezzo ci sono i 26 operai, sballottati da una società all’altra. «Confluiti nella nuova azienda con l’affitto di ramo d’azienda – spiega Silvano Uppo, della Uil metalmeccanici – ora, dovranno rientrare nei ranghi della Kivi Srl e attendere il termine della procedura giudiziale per conoscere il loro destino». In altre parole, al termine della procedura fallimentare, potrebbero rimanere senza stipendio.

Determinanti, per conoscere l’esito di questo gioco dell’oca, i prossimi due mesi.

I dipendenti non hanno molte carte da giocare per trovare una via d’uscita. Una la suggerisce Uppo e sarebbe quella di «licenziarsi e usufruire dell’indennità di disoccupazione Naspi, ma al tempo stesso perderebbero il diritto al reintegro nella società che acquisirà la Kivi Srl dal fallimento».

Voci di corridoio dicono che ci sono già alcuni pretendenti, interessati a rilevare l’eccellenza delle lavorazioni.

Morabito della Fiom Cgil, chiedendo un incontro in Regione, propone invece di rispolverare la cassa integrazione per cessazione di attività. «La legge non la prevede più ma sarebbe ingiusto far pagare ai lavoratori il prezzo di questa vicenda».

Di certo i 26 lavoratori sono una risorsa preziosa dell’azienda, sono loro i detentori del «Know How aziendale», come ricorda Morabito. E aggiunge: «Durante le varie fasi di transizione societaria, hanno sempre continuato a lavorare. Alle volte venivano pagati, altre volte solo a metà, altre ancora niente. Neanche un centesimo. Dal fallimento, i lavoratori, mediamente aspettano ancora quattro mensilità mai percepite».

Adesso sono tutti sospesi. «In attesa dell’evoluzione della situazione – spiega Uppo – non ricevono stipendio e nessuno paga i loro contributi».