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Pierluigi Sposato

follonica. Condannati tutti e sei. A pene più miti rispetto alle richieste della Procura e in taluni casi solamente per una parte delle contestazioni, ma condannati. Poco prima delle 17 di ieri il collegio del Tribunale di Grosseto (Laura Di Girolamo presidente, Andrea Stramenga, Valerio Bello) ha letto il dispositivo per il processo per bancarotta fraudolenta con sei imputati. Un fascicolo aperto per presunte irregolarità di varie società poi dichiarate fallite, di carattere immobiliare e-o di gestione di attività ricettiva orbitanti nella zona di Follonica; “distrazione” di denaro per centinaia e centinaia di migliaia di euro ogni volta ma anche di mezzi e di ramo d’azienda; tenuta irregolare di libri e scritture contabili, in modo da non permettere la ricostruzione del patrimonio e degli affari delle società.

L’imprenditore Luca Marchionni è stato condannato a 12 anni e sei mesi per nove capi di imputazione, con limitazioni: tra questi, quello ritenuto più grave dai giudici è quello riguardante la bancarotta della Fonte al Cerro srl. Per lui i pm Anna Pensabene e Giovanni De Marco avevano sollecitato 15 anni.

Il commercialista Evans Capuano è stato condannato a nove anni e sei mesi per quattro capi di imputazione, con limitazioni; il più grave è stato ritenuto quello della bancarotta della Hidalgo srl delle cui scritture contabili era tenutario. Per lui la Procura aveva chiesto dieci anni.

Per l’imprenditrice Paola Centini, la condanna è stata di sei anni per sette capi di imputazione, con limitazioni, tra cui quello più grave anche in questo caso è relativo alla Fonte al Cerro srl. I sostituti procuratori avevano sollecitato sette anni.

Stesso reato di gravità maggiore indicato per Antonio Marchionni, ritenuto colpevole (anche lui con limitazione) per tre capi di imputazione e condannato anch’egli a sei anni. Quattro anni e quattro mesi era stata la richiesta dell’accusa.

Nadia Vigni è stata condannata a due anni e dieci mesi (quattro anni e un mese) per due capi di imputazione. Ma per il secondo (liquidazione della Luce Villas società agricola), riconosciuto come più grave, limitatamente al concorso in bancarotta fraudolenta patrimoniale.

Infine, Giacomo Marchionni, anche lui con le circostanze indicate per Vigni e per il solo capo di imputazione che riguarda Luce Villas: due anni (tre anni la richiesta della Procura). È l’unico che ha beneficiato della sospensione della pena.

Tutti sono stati dichiarati inabilitati all’esercizio di impresa commerciale e incapaci di esercitare uffici direttivi in impresa per sette anni. Luca e Antonio Marchionni, Capuano e Centini sono stati dichiarati interdetti dai pubblici uffici per cinque anni. Luca Marchionni è interdetto dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese, incapace di contrattare con la pubblica amministrazione, interdetto dalle funzioni di rappresentanza e assistenza in materia tributaria per due anni, e in perpetuo dall’ufficio ci componente della commissione tributaria.

Luca e Antonio Marchionni, Centini e Vigni sono stati assolti perché il fatto non sussiste dalle contestazioni relative alla simulata cessione del ramo di azienda della spiaggia Le Dune, affinché a Scev srl venisse sottratto il pagamento delle imposte per 984mila euro; assolti con la stessa formula anche per le contestazioni relative al negozio simulato per l’affitto della tenuta La Colombaia al Cicalino, per sottrarre Glf sarl al pagamento di imposte per 67mila euro. Assoluzioni per le residue imputazioni per Capuano, Vigni, Antonio e Giacomo Marchionni.

Tutti e sei dovranno poi risarcire le parti civili, cioè le curatele del fallimento delle società davanti al giudice civile.

Le motivazioni saranno depositate entro novanta giorni. Poi i legali degli imputati potranno presentare appello.© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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