Il vicepremier Matteo Salvini ha ribadito il concetto ancora ieri, intervenendo al Festival dell’Economia di Trento: «Il decreto salva-casa va a sanare tutte le piccole irregolarità nelle case degli italiani. Non è un condono». Infatti non riguarda le strutture portanti. Il provvedimento voluto dal ministero delle Infrastrutture – 3 articoli e 9 pagine – verrà approvato questa mattina in Consiglio dei ministri e rispetto alle scorse settimane registra anche il placet degli alleati. Non a caso l’altro vicepremier, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha fatto sapere: «Va nella direzione della nostra proposta, quindi se sarà così lo sosterremo, perché è giusto essere padroni a casa propria». Cioè nella linea tracciata anche da Forza Italia con due proposte di legge depositate in Parlamento per piccole sanatorie in ottica «di risanamento urbano, quindi con una visione» e di «una riduzione delle emissioni di Co2».
INTERLOCUZIONI
Ieri nel pre-Consiglio dei ministri è arrivata l’ultima versione del decreto, limata dalla prima linea del dicastero di Porta Pia. I cui dirigenti, nelle ultime ore, hanno anche intensificato l’interlocuzione con i maggiori stakeholder del comparto come l’Ance, l’associazione che riunisce i costruttori. Nel testo manca ancora il cosiddetto “salva grattacieli”, sul quale avrebbe espresso dubbi il Quirinale, per sbloccare le opere in altezza, come chiesto dalle amministrazioni di Milano e di Bergamo. Ma il ministro Salvini sta cercando una soluzione per presentarlo in Parlamento, durante l’iter di conversione del decreto.
Come si legge nella relazione illustrativa che accompagna il pacchetto di norme, l’obiettivo è «l’adozione di misure di semplificazione volte a favorire, inter alia, la regolarizzazione delle cosiddette “lievi difformità edilizie”». Non a caso, nella lista delle opere da sanare, sono entrate anche le verande, purché non utilizzate per creare spazi chiusi non autorizzati, le tende per proteggersi dal sole, le strutture necessarie per montare le pompe di calore che si aggiungono ai tramezzi o ai soppalchi.
Per ottenere questo risultato Salvini si affida a un insieme di semplificazioni per sanare le «difformità edilizie a vario titolo tollerate dall’ordinamento, che, tuttavia, non consentono di dimostrare lo stato legittimo dell’immobile». Quindi di venderlo. Per esempio, rientrano nella cosiddetta edilizia libera, quindi nelle opere che non necessitano di autorizzazione e possono essere mantenute, anche le verande, le tende per proteggersi dal sole, tutti gli interventi per abbattere le barriere architettoniche o le strutture per montare le pompe di calore superiori ai 12 kilowattori. D’ora in avanti sarà più facile farsi riconoscere a livello catastale lo spostamento di un tramezzo, di una finestra o di un porticato grazie al meccanismo della tolleranza costruttiva rispetto alle cubature indicate nel permesso edilizio. In poche parole si potranno non abbattere queste strutture se c’è uno scostamento del 2 per cento delle volumetrie finali rispetto alla superficie autorizzata nelle strutture con superficie utile superiore ai 500 metri quadrati. Scostamento che sale al 3 per cento tra i 300 e i 500 metri quadrati, al 4 per cento tra i 100 e i 300 metri quadrati e al 5 per cento nelle unità immobiliari inferiori ai cento metri quadrati. Senza dimenticare che grazie all’asseverazione di un tecnico, cioè una relazione di un professionista, i proprietari potranno sanare i piccoli abusi anche richiamandosi al meccanismo delle tolleranze esecutive o di cantiere: cioè motivando difformità rispetto alla struttura originaria per «le modifiche alle finiture degli edifici di minima entità» oppure per «la diversa collocazione di impianti e opere interne eseguite durante i lavori per l’attuazione di titoli abilitativi edilizi». Come si legge nella relazione tecnica, «minore è la superficie utile, maggiore è il limite consentito percentualmente». E tanto basta perché «il mancato rispetto dell’altezza, dei distacchi, della cubatura, della superficie coperta e di ogni altro parametro delle singole unità immobiliari» non costituisca più una violazione edilizia se contenuto entro determinati limiti.
I PALETTI
Viene superata anche la questione della cosiddetta doppia conformità: molti stabili presentano un aumento della cubatura che poteva essere sanato all’epoca di realizzazione dell’intervento, ma non in seguito a causa di un cambio della normativa. Si potrà accedere alla sanatoria, dimostrando che la disciplina più favorevole è sia quella che «può rappresentare gli interessi attuali del territorio» sia quella che risponde «ai requisiti prescritti dalla disciplina edilizia vigente al momento della realizzazione dell’intervento. Per ottenere il certificato di stato legittimo, necessario per effettuare ogni operazione di natura edilizia o immobiliare, basterà presentare la documentazione più aggiornata sulle modifiche effettuate rispetto alla struttura originaria. Vengono “sanati” anche i dehors realizzati per affrontare l’emergenza Covid: non le pedane installate da bar e ristoranti, ma soltanto quelle collegate in ambito medico, socioassistenziale e scolastico.
Secondo le stime che girano nel mondo edilizio e in quello professionale, il salva casa potrebbe far incassare ai Comuni e allo Stato centrale fino a 10 miliardi di euro con le sanzioni, visto che nell’80 per cento degli edifici italiani sono presenti piccoli abusi. Ma potrebbe avere un forte impatto sul versante degli investimenti immobiliari anche lo sblocca grattacieli. Secondo Scenari Immobiliari e Abitare Co, il blocco urbanistico alle nuove iniziative «potrebbe mettere a rischio interventi per 38 miliardi di euro».
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