diLudovica Lopetti
Diego Lopomo, giurista e responsabile dello sportello: «Attenti alle truffe e a chi garantisce solo altri prestiti». Sportello indebitamento: ecco sosa significa
Nelle cronache è stata ribattezzata legge «salva suicidi», perché avrebbe permesso alle persone sul lastrico per eventi imprevisti di rinegoziare il proprio debito e ripagarlo senza rivolgersi agli strozzini. Oggi quella norma, entrata in vigore nel 2012 e riformata dal Codice della crisi nel 2022, è più attuale che mai, specie se si considera il mutato (in peggio) scenario socio-economico.
Lo sanno bene i responsabili dello sportello Sovraindebitamento della Città Metropolitana di Torino: Diego Lopomo, giurista, e Giulia Gullace, assistente sociale. «I dati dimostrano che c’è un aumento degli accessi, anche se la maggior parte di coloro che ne avrebbero bisogno non sa della nostra esistenza», spiega Lopomo. Un’impressione corroborata dai dati: in Germania arrivano a conclusione 100mila pratiche, mentre in Italia appena 8mila. «Qui le persone chiedono prima aiuto alla famiglia e se non lo ottengono vanno per canali illegali», chiosa.
Sportello indebitamento: cosa significa
L’obiettivo primario del servizio è informare i cittadini sui loro diritti e sulle possibili vie d’uscita da una situazione che molti credono senza ritorno. In questo senso la campagna pubblicitaria di fine 2021 ha pagato, visto che nel primo trimestre dell’anno successivo gli accessi hanno subito un’impennata. Per informazioni sullo sportello c’è la pagina web cittametropolitana.torino.it/cms/politiche-sociali/sportello-sovraindebitamento, si può scrivere alla mail sovraindebitamento@cittametropolitana.torino.it o lasciare un messaggio al telefono, numero 011/8616029.
Sportello indebitamento: cosa succede dopo
Ma chiedere aiuto allo sportello è solo il primo passo. Il Codice della crisi infatti prevede un iter a tre tappe: una proposta di accordo con i creditori (che nel caso dei consumatori non ha bisogno dell’avallo dei primi), l’omologa del giudice e l’esecuzione del piano. La procedura deve essere avviata da un organismo di composizione delle crisi (Occ), che riceve la domanda, fa una ricognizione della situazione patrimoniale del debitore e mette a punto la proposta di accordo con i creditori. Lo sportello della Città Metropolitana ha siglato convenzioni con l’Occ di Villastellone e con quello di Nichelino.
Tuttavia anche gli operatori incontrano qualche resistenza. «Le persone che si rivolgono a noi sono diffidenti e spesso lo fanno come seconda o terza opzione — riprende Lopomo — magari sentendo prima professionisti che chiedono laute parcelle solo per ricostruire la situazione debitoria. Oppure scrivono ad aziende che promettono aiuto e invece danno dei semplici prestiti. Solo gli Occ possono procedere davanti al giudice».
Sui motori di ricerca infatti non è raro imbattersi in pubblicità simili (e molti abboccano, con il rischio di peggiorare la propria situazione). «Spesso assistiamo persone che non sono sovraindebitate in senso stretto, come la signora straniera che non riesce a pagare la bolletta ma non sa a chi rivolgersi. Il nostro scopo è fornire un ventaglio di possibilità prima che si affidino a dei furbacchioni o a dei criminali», commenta.
Lo sportello collabora anche con realtà no profit, fondazioni anti-usura (tra le altre, quella della Cassa di Risparmio di Torino e la San Matteo) e Asl. «Abbiamo attivato una rete contro il debito di cui fanno parte Libera e altre associazioni, ma anche delle convenzioni con alcune Case del quartiere che aiutano a fare lo Spid, che serve per ricostruire la situazione debitoria», conclude Lopomo.
Lo scorso anno poi la Città Metropolitana ha siglato un protocollo d’intesa con l’Asl TO3, capofila del progetto Sgarbuglio, che si propone di mitigare le conseguenze socio-economiche del gioco d’azzardo patologico. Un fenomeno che crea grande allarme sociale e che secondo Federserd (Federazione Italiana degli Operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze) costa allo Stato più di 300 milioni di euro all’anno.
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