lavoro
05 Luglio 2024
Sgravi fiscali per le imprese che assumono a tempo determinato aumentando il numero dei dipendenti rispetto all’anno precedente. Un decreto del Mef attuativo dalla riforma dell’Irpef avviata dal governo
di Francesca Giani
Le imprese potranno beneficiare di una deduzione del 120% del costo del lavoro, per il periodo di imposta 2024, a condizione che incrementino il numero dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato rispetto all’anno precedente. Quota che aumenta al 130% se le nuove assunzioni, sempre a tempo indeterminato, riguardano specifiche categorie di lavoratori meritevoli di maggiore tutela. A prevederlo è il Decreto recentemente pubblicato del ministero dell’Economia e delle finanze, di concerto con il Dicastero del Lavoro e delle politiche sociali, attuativo del primo modulo della riforma dell’Irpef.
Le categorie di lavoratori per lo sgravio extra
Condizione necessaria per ottenere il cosiddetto Superbonus assunzioni 2024 è che ci sia un effettivo incremento occupazionale. L’agevolazione, infatti, spetta se il numero dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, alla fine del periodo d’imposta 2024, risulta superiore al numero di lavoratori dipendenti a tempo indeterminato occupati in media nel periodo d’imposta precedente.
Altro requisito è che imprese e professionisti abbiano esercitato l’attività nei trecentosessantacinque giorni antecedenti il primo giorno del periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023. Sono invece escluse le imprese in liquidazione ordinaria nonché le imprese assoggettate a liquidazione giudiziale o agli altri istituti liquidatori.
Per quanto riguarda le categorie di lavoratori per le quali è possibile beneficiare della deduzione aumentata, in caso di assunzione, come specificato da Fiscooggi, il riferimento è alle persone con disabilità, mamme con almeno due figli, ex percettori di reddito di cittadinanza, donne vittime di violenza e giovani under 30 ammessi agli incentivi all’occupazione.
Indicazioni e casistiche per stabilire l’incremento occupazionale
Ma come viene stabilito l’incremento occupazionale? Entrando nel dettaglio delle specifiche, sono considerati rientranti nel conteggio anche i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato per i quali nel 2024 c’è stata la trasformazione da tempo determinato a tempo indeterminato. Mentre non rilevano i lavoratori dipendenti, a eccezione di quelli effettivamente assunti nel corso del 2024, i cui contratti siano ceduti a seguito di trasferimenti di aziende o rami d’azienda. In caso contrario, tali lavoratori dipendenti riducono l’incremento occupazionale. Così come restano esclusi dal conteggio dell’incremento occupazionale quelli che siano stati distaccati o in caso di rientro in Italia di lavoratori che abbiano svolto precedentemente l’attività presso la casa madre all’estero o nel caso di subentro nella gestione di un servizio pubblico.
Tempo parziale e contratto di somministrazione: ecco i requisiti
Un’ulteriore indicazione è che non si tiene conto dei dipendenti assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato precedentemente in forza ad altra società del gruppo e il cui rapporto di lavoro con quest’ultima sia interrotto a decorrere dal 30 dicembre 2023. I soci lavoratori di società cooperative sono assimilati ai lavoratori dipendenti, mentre, per quanto riguarda i lavoratori dipendenti con contratto di lavoro a tempo parziale, questi rilevano in misura proporzionale alle ore di lavoro prestate rispetto a quelle previste dal contratto nazionale. Inoltre, sempre ai fini dell’incremento occupazionale, l’impresa utilizzatrice tiene anche conto dei lavoratori con contratto di somministrazione, in proporzione alla durata del rapporto di lavoro.
TAG: FISCO, MINISTERO DELL’ECONOMIA, ASSUNZIONE DI PERSONALE, MINISTERO DEL LAVORO
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