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Sono scattati i domiciliari per l’amministratore della Reef Immobiliare. Prometteva immobili senza mutui e interessi, ma intascava la caparra senza fare il rogito: truffate quasi 252 persone.

Maurizio Misagordi, della Reef Immobiliare. Foto da Instagram.

La casa dei sogni senza interessi. Questa la promessa di un immobiliarista che, con questa ghiotta occasione, ha truffato 252 persone in tutta Italia. Gli aspiranti acquirenti versavano una caparra confidando nel motto della Reef Immobiliare che si presentava come “la rivoluzione che stavate aspettando“.

Una volta consegnato l’acconto, però, per più di due milioni di euro in totale, il rogito non è mai arrivato. L’inchiesta per truffa è stata aperta nel 2023: non sono bastate le giustificazioni dell’immobiliarista Maurizio Misagordi che si è sempre difeso dicendo di aver avuto “problemi per il Covid”. Centinaia di persone sono rimaste senza soldi e senza casa. Così nei suoi confronti sono scattati i domiciliari.

Le truffe nel mercato immobiliare: cosa è successo

Zero mutui, zero interessi. E zero case. “Non è un incantesimo o magia nera. Anche se può sembrare magico”. E, ancora: “”Trova la casa che hai sempre desiderato e comprala: versi un anticipo ed il resto lo paghi a rate a tasso zero”. Almeno secondo quanto emerso fino ad ora, non si tratta di magia. Ma di una truffa. La società, romana ma con sede anche a Milano, Cagliari, Asti e Bologna, avrebbe raggirato i clienti. Così per gli amministratori, Misagordi e un’altra persona, sono scattati i domiciliari con l’accusa di bancarotta fraudolenta e anti riciclaggio.

Dopo l’anticipo, il restante pagamento sarebbe dovuto essere pagato a rate a tasso zero. Ma oltre a non avere la casa, i clienti che si sono rivolti alla Reef hanno anche dovuto dire addio alla somma versata come caparra.

L’intervento della Guardia di Finanza

Dopo le segnalazioni sono intervenuti sul caso gli agenti della Guardia di Finanza del primo nucleo operativo metropolitano di Roma. Con loro hanno collaborato anche i finanzieri di Milano, Asti e Belluno e il nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche. Dopo essersi fatto consegnare la caparra confirmatoria, non portava a termine la stipula del rogito. Rinvii e intoppi, impedimenti e ostacoli. In 18 mesi la società ha intascato 2 milioni di euro per un totale di 252 persone. I soldi finivano nei conti correnti personali degli indagati delle società immobiliari. Una di queste è stata condotta al fallimento dopo aver accumulato un passivo di più di 11 milioni di euro.

Proprio per questi elementi è stato chiesto al gip il sequestro preventivo per oltre 2,2 milioni di euro su immobili e liquidi riconducibili a quattro società, ai due indagati e ad altre tre persone che risultano essere coinvolte.



 

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