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Ristrutturazioni edilizie con aliquote di sconto fiscale al 50%, massimali più bassi e sotto forma di contributo. Sono tre i requisiti per il futuro delle spese fiscali in edilizia ma più in generale tutte emerse dall’audizione di martedì 16 aprile in commissione finanze al Senato del direttore del dipartimento delle finanze Giovanni Spalletta. Un cambio di prospettiva che trova d’accordo il presidente della commissione finanze Massimo Garavaglia che commenta a ItaliaOggi: «In questo modo si ha la possibilità di verificare l’istanza e successivamente ricevi il contributo sotto forma di erogazione o di detrazione e risolvi anche il problema degli incapienti». Inoltre i tempi della riforma stringono perché si guarda alle agevolazioni in scadenza al 31 dicembre 2024.

Come saranno i nuovi incentivi 

Nel testo dell’audizione il direttore del dipartimento finanze dunque oltre a ripercorrere la vicenda normativa e politica del superbonus si sofferma sul futuro degli incentivi edilizi: «Sotto il profilo strutturale, in particolare, ritengo che una complessiva razionalizzazione della normativa in materia di agevolazioni edilizie, con particolare riferimento a quelle in scadenza al 31 dicembre 2024, e una ridefinizione delle misure di incentivazione non possano prescindere da due considerazioni frutto della recente esperienza. In primo luogo, gli incentivi fiscali devono essere congegnati evitando aliquote eccessivamente generose, e prevedendo limitazioni più stringenti nei massimali di spesa, al fine di ridurre comportamenti opportunistici da parte dei beneficiari ed effetti dirompenti difficilmente prevedibili ex ante. In secondo luogo, come più volte indicato dal Sig. Ministro dell’Economia e delle Finanze, la trasformazione dei crediti di imposta in contributi diretti di spesa soggetti a procedure di autorizzazione preventiva per accedere ai benefici appare oggi raccomandabile per raggiungere il duplice obiettivo di fornire informazioni preventive di monitoraggio della spesa all’Amministrazione competente e di acquisire tempestivamente i dati sull’andamento degli effetti delle medesime misure sotto i profili di impatto sulla finanza pubblica».

Aliquote italiane molto alte

Dunque come ha sempre ricordato il direttore del dipartimento le aliquote della legislazione sul superbonus sono un unicum se confrontate con quelle degli altri paesi Ue dove si assestano tra il 20% eil 70%.Spalletta lo ripete più volte nel corso della sua audizione: «misure agevolative automatiche e senza preventiva autorizzazione non sono più compatibili con il nuovo quadro di finanza pubblica a seguito delle nuove regole di governance economica europea». Di più la corsa a arginare le norme e allo stesso derogarle fatta dalla politica ha ingenerato la crescita dei volumi registra in particolar modo nel 2023. Osserva Spalletta che: «La previsione di deroghe rispetto all’immediata applicazione delle misure restrittive sopra citate si è resa necessaria per rispondere all’esigenza di tutela nei confronti di cittadini che avevano intrapreso delle azioni concrete, avendo anche fronteggiato dei costi iniziali, e che dunque nutrivano legittime aspettative».

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