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Due assoluzioni e quattro rinvii a giudizio. Sono le decisioni del gup Giuseppe Ronzino nella vicenda giudiziaria sul fallimento dell’Associazione sportiva Bari, la vecchia sigla della squadra di calcio della città.

Assolti in due

Il gup ha accolto le richieste del pm e ha assolto «per non aver commesso il fatto» Salvatore Matarrese, classe ’62, consigliere della società sportiva dal 2002 al 2011, e l’ex presidente di Confindustria Puglia, Domenico De Bartolomeo, che ha fatto parte del cda del club dal 2008 al 2011. I legali di entrambi, gli avvocati Domenico Di Terlizzi e Amleto Carobello per Matarrese e Michele Laforgia, difensore di De Bartolomeo, avevano chiesto, il 3 marzo 2022, di procedere con il rito abbreviato per l’accusa di bancarotta fraudolenta impropria. Prosciolto dalle accuse più gravi di bancarotta per non aver commesso il fatto e rinviato a giudizio per un unico capo di imputazione, Antonio Matarrese (vicepresidente vicario del cda dal luglio 2010 al giugno 2011, nonché ex parlamentare, ex presidente della Lega Calcio ed ex vicepresidente di Fifa e Uefa). Prosciolti anche da alcune delle accuse l’ex amministratore unico Claudio Garzelli, il suo successore Francesco Vinella e l’ex amministratore delegato e consigliere del cda Salvatore Matarrese (66 anni, cugino e omonimo dell’ex parlamentare). A Vinella è contestato anche l’aver distratto il patrimonio societario attraverso la risoluzione del contratto tra la As Bari e la Servizi sportivi srl, che prevedeva (in favore del Bari) il pagamento di un canone annuo di un milione di euro. Antonio Matarrese è stato rinviato a giudizio solo per aver “formato il contratto di risoluzione” con la Servizi sportivi.

In quattro a giudizio

Vanno a giudizio, per altre ipotesi di bancarotta fraudolenta, Vinella, difeso dall’avvocato Americo Barba, Salvatore Matarrese, classe 57, cugino omonimo dell’ex parlamentare, ad dal 2002 al 2010, e Claudio Garzelli, predecessore di Vinella nel ruolo di amministratore unico, difeso dagli avvocati Beppe Modesti e Giuseppe Mariani.

La storia dell’As Bari

L’As Bari, fondata il 13 luglio 1967, veniva dichiarata fallita il 10 marzo 2014. Dagli accertamenti condotti dagli inquirenti tramite materiale di vario tipo, dai libri contabili alle fatture di vendita e acquisto dei settori sportivi, assieme a un’informativa della guardia di finanza del 21 dicembre 2017, era emerso un quadro fiscale preoccupante. Il Bari, negli anni di imposta dal 2005 al 2015, avrebbe accumulato debiti di natura erariale quasi vicini ai 59 milioni. Dall’anno di imposta 2009 al fallimento, la società avrebbe omesso il versamento delle imposte dirette dell’Iva: l’As Bari aveva anche chiesto una “rateizzazione” per i debiti relativi agli anni di imposta 2011-2012, procedura che si era conclusa con la decadenza dal beneficio per mancato versamento di più rate consecutive alle previste scadenze. Nel mirino dell’inchiesta anche il versamento da parte dell’As Bari verso la controllante “Salvatore Matarrese spa” di una caparra confirmatoria di 1 milione di euro relativa all’acquisto di un immobile in via Redi, da usare come sede della società. Ma le somme versate a titolo di caparra sarebbero state versate solo “contabilmente”. In queste operazioni si legge nelle carte del gup sia Salvatore Matarrese sia Domenico De Bartolomeo erano consiglieri di amministrazione. Eppure non sarebbero stati nelle condizioni di cogliere i “segnali d’allarme” tali da attivarsi per evitare disastri societari. Ecco da dove nasce l’assoluzione.
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