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Diritto Debitori è il centro di consulenza per consumatori con sede in Emilia Romagna. È nato nel 2021 e il suo Ceo è Helmi Belhaj, un imprenditore giovanissimo che in soli due anni (nel 2023) ha portato la sua azienda a fatturare 1,5 mln di euro (e ne prevede 3 mln per il 2024).
Oggi, in un contesto economico italiano non proprio floridissimo, Belhaj insegna alle persone a risparmiare e le aiuta a smettere di essere bollate dagli istituti di credito come “cattivi pagatori”. “Troppo spesso queste segnalazioni sono ingiuste”, ci spiega. Soprattutto se parliamo di chi per anni è stato in regola e adesso per cause improvvise non riesce più a fare altrettanto. La situazione economica di chiunque può modificarsi imprevedibilmente da un momento all’altro. Per questo è fondamentale preparare “un piano di sicurezza”.

Diritto Debitori è l’azienda numero uno in Italia per numero di clienti nella gestione di debiti e problemi finanziari. Come l’ha vista (e portata a) crescere fino a qui?

Diritto Debitori è nata nel 2021 e all’inizio c’eravamo io, un cliente e una sedia. Per sei mesi sono stato l’unico a lavorare in azienda, poi di anno in anno ho iniziato a ricercare sempre più personale, a costruire una rete di clienti e ho consolidato un metodo. Sono cresciuto molto velocemente e credo sia dipeso dal lavoro fatto sulla formazione sia interna che esterna. Mi sono formato e continuo tutt’ora a farlo e allo stesso modo permetto a chi è in azienda di ‘mettere in stand by’ una giornata intera per concentrarsi sulla formazione. Se un singolo cresce, tutto il team cresce. Ogni organizzazione dovrebbe ragionare in un’ottica di ‘contagio’. Il valore si genera insieme.

Sull’economia italiana si staglia una ‘ombra minacciosa’: quella della crisi dei mutui e dei prestiti. Quali ritiene siano le cause principali e quali misure propone per affrontare una situazione che mette a dura prova milioni di italiani?

Da quello che abbiamo potuto analizzare negli ultimi anni la causa principale che porta le famiglie italiane a questo stato di difficoltà è non avere alcuna conoscenza nell’ambito della gestione finanziaria e personale: a cominciare da tutto ciò che non viene fatto nelle scuole, perché nessuno educa alla materia. Questo comporta diverse difficoltà successivamente. Ci si affaccia nel mondo del lavoro e non si sa come gestire le proprie entrate. Spesso, una persona non si rende neanche conto che sta attivando tutte quelle procedure che la faranno precipitare, sul breve, medio o lungo periodo, nel ‘tunnel debitorio’. Quando un cliente arriva da noi lo aiutiamo a riflettere sulla sua condizione reale, tracciamo un quadro dettagliato di quali sono le entrate, le uscite e le proiezioni se dovesse continuare a comportarsi in un certo modo. La difficoltà principale della gente è accettare che non si può far tutto. C’è chi arriva da me con finanziamenti per andare in vacanza: non è una spesa necessaria. Investire su spese non necessarie mentre le entrate non aumentano è un rischio. Noi offriamo un alleato dal punto di vista della consulenza e della mediazione con gli istituti di credito. Sappiamo che anche gli istituti commettono errori, quindi spieghiamo ai clienti che è importante che la trattativa tra loro e gli enti la gestisca un esperto. Riduciamo gli importi ogni volta che non sono dovuti e andiamo a individuare tutti gli illeciti e le illegittimità da parte degli istituti. Nel 70% dei casi la trattativa va a buon fine.

Le richieste di assistenza economica più che da persone singole arrivano soprattutto da parte di famiglie. Come mai? Da soli siamo più bravi a gestire le spese?

No. Però quando si ha a carico una famiglia bisogna prendere delle decisioni. Da soli siamo più disposti a fare sacrifici, mentre non riusciamo a risparmiare su un familiare: che possa essere un figlio che chiede di fare sport o un partner e un genitore che hanno esigenze di cura specifiche.

Quali servizi specifici offrite per aiutare le persone alle prese con problemi finanziari?

Gestiamo i piani di rientro, saldo e stralcio di importi a sofferenza dovuti a istituti di credito e quando un istituto segnala in maniera negativa un cliente lo aiutiamo a ripristinare il suo merito. Il nostro obiettivo, comunque, non è quello di erogare un servizio, ma di aiutare a risparmiare. Portiamo a casa il nostro onorario sul risparmio del cliente.

Può condividere qualche successo o caso di studio in cui Diritto Debitori ha fornito un aiuto significativo a una famiglia italiana in difficoltà?

Trovarne uno solo ed emblematico non è semplice: abbiamo tantissimi casi quotidianamente. Riceviamo circa 500/600 richieste di consulenza giornaliera. Questo dimostra quanto le famiglie in difficoltà siano fin troppe. Ma se devo portare un esempio generale, su saldi e stralcio (che permette di risparmiare pagando una somma inferiore rispetto all’importo del debito, ndr), nel 90% dei casi le famiglie riescono a risparmiare il 60%.

Per quanto tempo mutui e prestiti vivranno questo periodo ‘nero’? Come vede il futuro del settore?

La verità è che non è tutto così cupo, non siamo molto fuori dalla norma. Ci siamo abituati per tanti anni a tassi di interesse che sono scesi approssimativamente vicini allo zero, ma avere un tasso di interesse attorno al 3 o 4% non è male. Dal mio punto di vista ci sarà una piccola correzione nel prossimo biennio, ma non si tornerà ai livelli pre-aumento.

Che suggerimento darebbe a una famiglia italiana riguardo alla gestione delle proprie spese? Sui social va di moda parlare della tecnica 50/30/20, un approccio finanziario che suggerisce di suddividere il proprio reddito in tre categorie principali con percentuali specifiche: spese fisse e necessarie, variabili e non necessarie, risparmio. Potrebbe funzionare? E soprattutto: quanto ritiene sia importante informare e sensibilizzare su tematiche finanziarie anche i più giovani, che sono i principali fruitori dei social?

Informare è fondamentale. È una cosa che dovrebbe accadere anche nelle case, dai genitori verso i figli, invece i soldi vanno trattati sempre come se fossero una questione ‘da grandi’. La tecnica 50/30/20 funziona, a patto che si abbia un’entrata superiore ai 3.000 euro. Con uno stipendio base tra i 1.200 e i 1.500 euro al mese è difficile rispettare le percentuali delle spese: basta includere il costo di un affitto, che oggi in Italia è molto alto, e salta tutto. Un suggerimento che darei io è quello di non varcare mai la soglia del rapporto rata-reddito del 30%. I finanziamenti non sono sbagliati, ma bisogna imparare a gestire i debiti. Riuscire a prendere un mutuo è un’ottima soluzione per crescere e creare progetti, ma occorre tenere a mente che possono esserci dei rischi, delle variabili. Ecco perché è importante avere un salvagente, un piano di sicurezza. Su uno stipendio da 1.350 euro? Rateizzare non più di 350-400 euro.

 

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