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La surroga del mutuo potrebbe tornare di moda nel 2024. A dirlo è Simone Viganò, General manager di Casavo mutui, che spiega come si potrebbero ottenere dei tassi nettamenti più bassi, rispetto agli anni passati, visto che le previsioni per quest’anno sono più che positive. A parlare sono i numeri. A fine 2023 i tassi si aggiravano intorno al 4%, adesso siamo invece già al 3%: “Non so dire di quanto potranno scendere i tassi, sicuramente non torneranno vicino allo zero percento come nel 2021, ma saranno tra il 2 e il 3%, già entro il 2024”, spiega Viganò. Dinamica, che potrà far tirare un sospiro di sollievo a tutti quegli italiani che hanno sottoscritto un mutuo e che negli anni passati hanno dovuto continuare a vedersi aumentare la rata.

Mutui fissi o variabili?

Da metà 2022 e nel 2023 il tasso fisso risultava essere più conveniente rispetto a quello variabile e questo a causa di una situazione particolare: l’Euribor del breve periodo (1-3 mesi), negli anni passati è risultato essere maggiore rispetto all’Eurirs a 10-20 anni. Quindi, il tasso variabile dato dall’Euribor più lo spread (cioè il rincaro che ci mette la banca) è risultato essere più alto rispetto all’Eurirs a 30 anni con aggiunta di spread. Storicamente le dinamiche sono opposte. Da fine 2022 l’Eurirs è infatti stato vicino al 3%. A dicembre 2023 questo indice ha inoltre perso 90 punti base, quasi l’1%, agevolando di conseguenza la sottoscrizione di mutui a tassi fissi. Questo trend, spiega Viganò, ha causato una reazione delle banche: “Le più lungimiranti hanno infatti messo in campo politiche aggressive, nel senso che già a dicembre avevano iniziato ad abbassare i tassi”. Dinamica che si sta ripetendo questo mese. Nonostante, infatti l’Eurirs sia salito leggermente, la maggior parte degli istituti di credito hanno proseguito nella loro politica di alleggerimento dei tassi. Il motivo è legato alle aspettative per le prossime mosse della Bce in merito al taglio di questi. Le banche, così come i mercati, si aspettano infatti questa mossa il prima possibile. Christine Lagarde, a Davos, ha però spiegato come tutta questa fretta non c’è. “Stiamo sostenendo che dipendiamo dai dati e che c’è ancora un livello di incertezza elevato (guerra Russia- Ucraina,Hamas- Israele e le tensioni nel Mar Rosso) e alcuni indicatori non sono ancorati al livello in cui vorremmo vederli”. Si potrebbe iniziare dunque a parlare di “abbassare i tassi” verso l’estate di quest’anno e non prima.

Bce: i tassi si abbassano, ma non ora

Secondo Martin Van Vliet, Global Macro Strategist di Robeco, la Bce manterrà i tassi di interesse invariati, nella riunione di oggi. Dinamica che molto probabilmente si riproporrà anche nel prossimo meeting: “Riteniamo che la riunione di marzo vedrà la Bce in attesa, ma che i tagli dei tassi di 50 punti base potrebbero arrivare nel secondo trimestre (eventualmente con una mossa di 50 punti base a giugno)”.

Tagli che se fatti potrebbe portare il costo del denaro dall’attuale 4,5% ad un livello tra il 3,75% e il 4%.Il Centro Studi di Unimpresa ha inoltre evidenziato come la Bce potrebbe effettuare tra i due e i tre tagli nel 2024, ciascuno tra i 25 punti e 50 punti base. L’elemento più importante sarà un progressivo riavvicinamento tra le aspettative dei mercati e le delibere del Consiglio direttivo della Bce.

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