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Tra i grandi assenti all’interno del d.P.R. n. 380/2001
(Testo Unico Edilizia) c’è sempre stata la sanatoria strutturale
post intervento necessaria per completare l’accertamento di
conformità ai sensi dell’art. 36. Questa lacuna è stata valutata
durante la conversione in legge del D.L. n.
69/2024
(Decreto Salva Casa). Benché non sia stata risolta
utilizzando alcuni degli emendamenti
presentati
nel corso della discussione alla Camera, a breve ci
saranno alcune importanti novità.

Sanatoria strutturale e accertamento di conformità: la
problematica

La problematica nasce dall’applicazione pratica della sanatoria
ordinaria di cui all’art. 36 del Testo Unico Edilizia (TUE) e dal
confronto con la giurisprudenza che sul tema non è mai riuscita a
convergere su un orientamento consolidato.

Recentemente, la Corte di Cassazione (sentenza
22 febbraio 2024, n. 7720
) ha confermato che il requisito della
doppia conformità necessario per accedere alla sanatoria di cui
all’art. 36 del TUE, è da escludere nel caso di opere eseguite in
assenza del preventivo ottenimento dell’autorizzazione sismica,
necessaria per la loro realizzazione.

Sempre la Cassazione è intervenuta con:

  • la
    sentenza 20 gennaio 2023, n. 2357
    secondo cui, dovendosi
    escludere che il deposito allo sportello unico, dopo la
    realizzazione delle opere e, quindi, “a sanatoria”, della
    comunicazione richiesta dall’art. 93 del TUE e degli elaborati
    progettuali, possa estinguere la contravvenzione antisismica, il
    requisito della doppia conformità è da ritenersi escluso (con
    impossibilità di ottenere la sanatoria edilizia) in caso di
    violazioni della disciplina antisismica;
  • la sentenza
    11 gennaio 2023, n. 544
    secondo la quale il permesso di
    costruire in sanatoria rilasciato a seguito di accertamento di
    conformità estingue i reati previsti dalle norme urbanistiche
    vigenti ma non:

    • i reati paesaggistici previsti dal D.Lgs. 22 gennaio 2004, n.
      42;
    • i reati disciplinati dalla normativa antisismica e sulle opere
      in conglomerato cementizio;
  • la sentenza
    del 29 dicembre 2023, n. 5163
    4 per
    il quale il rispetto del requisito della conformità delle opere sia
    alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente al momento della
    realizzazione che a quella vigente al momento della presentazione
    della domanda di regolarizzazione (cd. “doppia conformità”),
    richiesto ai fini del rilascio del permesso di costruire in
    sanatoria ex artt. 36 e 45 del TUE, è da ritenersi escluso nel caso
    di edificazioni eseguite in assenza del preventivo ottenimento
    dell’autorizzazione sismica.

Alla luce della giurisprudenza e soprattutto dei contenuti della
normativa edilizia, per la conclusione della sanatoria edilizia era
necessario attendere la chiusura del procedimento penale con il
decreto del giudice o con la sentenza di archiviazione previsti
all’art. 98, comma 3, del TUE che, impartendo le prescrizioni
necessarie e il relativo termine per rendere le opere conformi alla
normativa sismica, consentiva anche la conclusione del procedimento
di sanatoria.

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