Dal primo gennaio 2022 il limite per i pagamenti in contanti è sceso a 1.000 euro per singola transazione. La norma, contenuta nel decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio 2020, ha di fatto ridotto l’utilizzo del cash per acquisti e pagamenti, a favore di strumenti tracciabili. L’obiettivo è sempre lo stesso, ossia contrastare l’evasione fiscale. Tra i metodi di pagamento tracciabili, oltre alle carte elettroniche, c’è anche il bonifico bancario.
SEMPRE PIÙ STRUMENTI TRACCIABILI
In questa direzione vanno tutti gli interventi degli ultimi anni, dall’introduzione della fatturazione elettronica, probabilmente a breve anche per le partite Iva in regime forfettario, all’obbligo di accettazione dei pagamenti tramite Pos per imprese e professionisti. E anche per aver diritto alla detraibilità delle spese sanitaria, occorre pagare con carte o app tracciabili. Il cash back di Stato, durato sei mesi, da gennaio 2021 fino a giugno 2021, insieme alla lotteria degli scontrini, è stato pensato sempre per contrastare il sommerso, rendendo più tracciabile e quindi tassabile ogni pagamento effettuato.
I LIMITI PER IL BONIFICO
Un pagamento effettuato tramite bonifico bancario è rintracciabile da parte dello Stato e per questa ragione non ha limiti imposti relativi agli importi. Questo, però, non significa che si possa fare un bonifico senza tenere in considerazione alcun massimale perché i limiti per ogni operazione è stato definito dalla banca da cui parte il bonifico e può variare in base all’istituto di credito. Resta sempre da considerare che ogni bonifico effettuato, essendo un pagamento tracciabile, potrà essere valutato e verificato dall’Agenzia delle Entrate.
LA VERIFICA DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE
L’Agenzia delle Entrate è in grado di verificare, attraverso l’Archivio dei rapporti finanziari, i dettagli di ogni bonifico disposto. Il Fisco può effettivamente controllare se l’importo che è stato trasferito da una persona all’altra, sia poi effettivamente indicato nell’apposita dichiarazione dei redditi. Occhio poi al Paese di destinazione del bonifico: se il trasferimento di denaro è al di fuori dell’area Sepa, ci sono obblighi di legge da rispettare.
I LIMITI PER BONIFICI AL DI FUORI DELL’AREA SEPA
Se il bonifico parte da un conto italiano verso un conto estero che non rientra nella area Sepa occorre controllare l’importo. Se supera il limite di 12.500 euro, l’ordinante dovrà provvedere alla compilazione e alla comunicazione valutaria statistica, contestualmente alla conferma della transazione del denaro. Al contrario, se un bonifico disposto da un conto estero arriva su un conto italiano, bisognerà provvedere a segnalare la transazione direttamente all’Agenzia delle Entrate, in caso di operazione superiori a 15mila euro.
I LIMITI IMPOSTI DALLE BANCHE
Nel caso di bonifici Sepa, i limiti relativi agli importi sono stabiliti dalle banche. Fissare un massimale, in questo caso, ha l’obiettivo di ridurre il rischio di eventuali frodi informatiche, che rischiano di svuotare il conto corrente. La maggior parte delle banche impone 15mila euro per operazione in uscita per i bonifici istantanei, ossia quelli che arrivano dopo pochi secondi sul conto del destinatario. I limiti possono anche salire a 25mila euro al giorno, mentre come limite mensile si arriva a 50mila euro. Gli importi e i limiti relativi variano in base alle condizioni contrattuali di ogni banca e, per questo, occorre verificare cosa prevede nel dettaglio il proprio conto.
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