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«Ora posso mettere in affitto anche l’armadio?» è tra i più gentili delle centinaia di commenti che su Instagram seguono l’annuncio del vice premier della Lega Matteo Salvini sull’emendamento al decreto Salva Casa che dà il via libera alle cosiddette «mini abitazioni» o ai «micro-monolocali». Per il ministro alle Infrastrutture Salvini la modifica, già passata alla Camera e in attesa dell’esame al Senato, è di quelle ottime perché «riabilita finalmente tante proprietà, rendendole abitabili» e «supera una legge in piedi dal 1975 (!)», dove il punto esclamativo sta di certo a indicare un qualche stupore, pure se non si capisce bene per cosa. In sintesi, d’ora in poi saranno abitabili le case con un’altezza di 2,40 metri – ora sono 2,70 metri – e con una superficie di 28 metri quadri per due persone e di 20 metri quadri per una.

«Una bella vittoria della Lega, una promessa mantenuta – continua Salvini -. Una misura che rimette sul mercato numerosi appartamenti andando incontro alle necessita’ di studenti e lavoratori – specialmente nelle grandi città – oltre a favorire la riduzione del consumo del suolo». Si stabilisce quindi che i monolocali potranno scendere sotto la quota attuale – 28 metri quadrati – arrivando a 20, mentre i bilocali possono passare da 38 a 28 metri quadrati. Il sistema di norme del 1975 fa riferimento ai requisiti igienico-sanitari di un’abitazione prevedendo che il responsabile del progetto di intervento possa «asseverare la conformità del progetto alle norme igienico-sanitarie in una serie di casi che fanno eccezione». Le tolleranze costruttive, cioè le differenze consentite tra quanto autorizzato e quanto effettivamente realizzato, saranno fino al 6% per i mini appartamenti con superficie inferiore ai 60 metri quadrati.

Ci sono poi delle semplificazioni sui cambi di destinazione d’uso anche di primi piani e seminterrati nei casi in cui siano ammessi dalla legislazione regionale. Sono previste poi semplificazione sui sottotetti «il cui recupero sarà ammesso anche senza la possibilità di mantenere il rispetto delle distanze minime tra edifici e dei confini». Il recupero sottotetti anche senza distanze minime è stato approvato dalla Commissione Ambiente per «limitare il consumo di suolo».

Ancora non è arrivata l’attesa riformulazione da parte del governo del cosiddetto emendamento Salva-Milano sulle autorizzazioni edilizie dopo i casi dei grattacieli e degli altri edifici finiti nel mirino della procura come presunti abusi edilizi: gli emendamenti della maggioranza in merito sono stati infatti accantonati e ritirati, mentre quelli dell’opposizione respinti.

«Altro che finestrella, cameretta o verandina, come dice Salvini: l’iter in commissione del dl Salva-Casa sta trasformando il provvedimento in un condono tombale – commenta in una nota il vicecapogruppo M5s alla camera Agostino Santillo -. Il superamento della doppia conformità non vale più per le piccole difformità, ma anche per le variazioni essenziali. Non solo. Aumento consistente di cubature, modifiche sostanziali dei parametri urbanistici, violazione delle norme vigenti in edilizia antisismica: queste sono le variazioni essenziali incluse dal governo Meloni, che di fatto trasformano il decreto in un condono sfacciato». «Grazie a un nostro emendamento si supera l’annoso problema della doppia conformità edilizia le cui pratiche intasano gli uffici comunali di tutta Italia. Non solo per le difformità parziali, come scritto nel provvedimento, ma anche per quelle sostanziali. Fermo restando che in caso di interventi totalmente difformi si applica la vecchia norma – ribattono i deputati della Lega in Commissione Ambiente Gianpiero Zinzi, primo firmatario dell’emendamento, Alessandro Benvenuto, Gianangelo Bof, Elisa Montemagni e Graziano Pizzimenti -. Con la Lega si sblocca il mercato immobiliare e si liberano i Comuni da pratiche annose, bloccate da inutile burocrazia».

 

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