Finalmente un sospiro di sollievo per le famiglie con un mutuo e per quelle si apprestano ad accenderne uno. Dopo 24 mesi di continui rialzi delle rate e dei tassi, in dicembre si è registrata la prima inversione di rotta. I tassi medi sulle nuove erogazioni sono scesi al 4,4% dal 4,5% di novembre. Niente di eccezionale ma un segnale importante che dovrebbe preludere ad ulteriori cali nei prossimi mesi. La discesa dei tassi è infatti conseguenza dello stop da parte della Banca centrale europea nel rialzo dei tassi di riferimento per la zona euro e delle attese per i tagli che dovrebbero arrivare nel corso di quest’anno. L’Associazione bancaria italiana precisa, da un punto di vista tecnico, che il ribasso è influenzato dall’andamento di mercato dei tassi Irs, sceso nelle scorse settimane, su cui si basano i mutui a tasso fisso anche se restano le incognite geopolitiche per i prossimi mesi. L’Abi rileva inoltre che “sul totale delle nuove erogazioni di mutui il 62,5% erano mutui a tasso fisso (79,3% il mese precedente).
Il tasso medio sui nuovi prestiti in euro alle società non finanziarie è salito al 5,69% (1,44% a giugno 2022; 5,48% a fine 2007). Il tasso medio ponderato sul totale dei prestiti a famiglie e società non finanziarie è risultato invece stabile e pari al 4,76% (2,21% a giugno 2022; 6,16% a fine 2007″. Che la Bce ridurrà il costo del denaro nei prossimi mesi è dato quasi per scontato. Più difficile capire l’entità e il numero dei tagli che dipenderanno anche dall’andamento dell’inflazione e della crescita economica. Il rialzo dei tassi degli ultimi due anni ha consentito alle banche di fare profitti record. Anche perché il trasferimento dei benefici ai depositanti è stato estremamente lento e limitato, come rimproverato agli istituti italiani dalla stessa Bca.
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