Più di Ibrahimovic potè la matita di una ditta tedesca di cancelleria per ufficio. Il Tribunale dell’Unione Europea ha stabilito che il segno che rappresenta lo stemma della squadra di calcio AC Milan non può essere oggetto di registrazione a livello internazionale perché troppo simile a un marchio che invece designa in Germania da più di 30 anni una società per articoli di cancelleria e per ufficio.
Nell’aprile 2017, quando il Milan aveva chiesto la registrazione internazionale del proprio marchio all’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale, la società tedesca InterES Handels-und Dienstleistungs Gesellschaft si era opposta asserendo di aver già depositato un marchio analogo nel 1984. I tedeschi si erano visti dare ragione dell’Ufficio europeo marchi, e allora il Milan aveva fatto ricorso al Tribunale dell’Unione Europea.
Adesso i giudici del Lussemburgo concordano con il Milan che l’altro marchio tedesco ha in più una stilizzata testa di uccello rapace, e ammettono che questo elemento figurativo aggiuntivo non sia insignificante: ma ritengono che «non possa essere considerato dominante e tale da alterare il carattere distintivo dell’elemento denominativo che costituisce il marchio anteriore registrato» oltre 30 anni fa dai tedeschi.
Il Milan vantava di poter però essere strariconosciuto anche dall’opinione pubblica tedesca a motivo della propria notorietà internazionale, ma il Tribunale obietta che, sebbene una parte del pubblico di riferimento possa sicuramente percepire l’elemento denominativo «AC Milan» come un riferimento appunto alla squadra di calcio rossonera della città di Milano, «i segni in conflitto, che presentano un’elevata somiglianza sul piano fonetico, fanno entrambi riferimento alla città di Milano»: e allora «l’elevata somiglianza fonetica, e la media somiglianza visiva di tale segno con il marchio denominativo anteriore tedesco, comportano un rischio di confusione da parte dei consumatori, che impedisce la loro protezione simultanea nell’Unione Europea».
Secondo i legali del Milan le limitazioni all’uso del marchio sono comunque circoscritte al mercato tedesco e a una categoria merceologica, (classe 16, che riguarda la cancelleria quali penne, matite e quaderni). Mercato dal valore davvero esiguo, secondo il club stiamo parlando di poche migliaia di euro (anche perché non riguarda neanche le vendite e-commerce fatte in Germania). Inoltre è «espressamente delimitata e riferita alla scritta “Milan”. Il che non implica il logo o la scritta AC Milan». Paradossalmente se il Comune di Milano volesse produrre delle penne con la scritta «Milan» potrebbe essere oggetto della stessa impugnazione da parte della ditta tedesca.
Questa la nota dei legali: «La sentenza del Tribunale dell’Unione Europea nella causa T 353/20 è stata resa in data odierna nell’ambito della procedura di concessione della registrazione del marchio “AC MILAN e figura” nel registro dell’Unione Europea, all’esito di un’opposizione presentata dalla società tedesca InterES Handels- und Dienstleistungs Gesellschaft mbH & Co. KG, limitatamente ai prodotti di cancelleria (classe 16). Il Tribunale ha confermato la decisione dell’EUIPO (EU Intellectual Property Office), che ha respinto la registrazione del marchio “AC MILAN e figura” per alcuni prodotti della classe 16 (quali penne, matite e quaderni), in quanto ritenuto simile al marchio anteriore “MILAN e figura” di titolarità dell’opponente. La sentenza, soggetta ad impugnazione nel termine di due mesi, non ha alcuna diretta conseguenza sulla facoltà di utilizzare il marchio “AC MILAN e figura” per tali prodotti, in quanto la decisione concerne solo la registrabilità del segno nel registro dei marchi UE. Inoltre, l’impedimento alla registrazione concerne solo il territorio tedesco ed AC Milan è libera di proseguire l’iter di registrazione con domande nazionali in tutti gli altri Paesi dell’Unione Europea. Resta inteso che tale decisione non incide sulle numerose registrazioni di marchi dell’Unione Europea già di titolarità di AC Milan in relazione a tutti i prodotti e servizi di maggiore interesse, alcune delle quali concesse anche nella classe 16».
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