L’inquinamento in Lombardia? Dal 2002 è migliorato, con medie sempre discendenti, e vent’anni fa era il 40% peggiore di adesso. Invocare lo stato d’emergenza per lo smog? Chi lo dice “fa male alla Lombardia, scredita il lavoro del mondo agricolo e imprenditoriale, il cambiamento culturale dei cittadini e il lavoro di tutti i Comuni, di ogni colore politico”. Così, in consiglio regionale, l’assessore all’ambiente Giorgio Maione, all’apertura della seduta straordinaria sul clima, chiesta e ottenuta dal Movimento 5 Stelle, martedì 27 febbraio. Una seduta caratterizzata, come ha sottolineato anche Onorio Rosati di Alleanza Verdi-Sinistra, da un “dialogo tra sordi”.
“Il tema della salute ci preoccupa, ma in un momento di crisi determinata da episodi non possiamo gridare al disastro”, ha detto Maione: a suo dire, l’aumento dell’inquinamento vissuto nelle scorse settimane è stato determinato soprattutto dal fenomeno dell’inversione termica, tipico della pianura padana, che ‘schiaccia’ al suolo le sostanze inquinanti. E, se la conformazione del territorio padano favorisce lo smog, con venti molto meno veloci del resto della Lombardia, l’assessore ha snocciolato le cifre degli investimenti della Regione negli ultimi anni.
Eccole, le cifre fornite in aula: negli ultimi 5 anni, 91 milioni per la sostituzione dei veicoli inquinanti, 28 milioni per le caldaie, 18 milioni per installare colonnine di ricarica, 47 milioni per l’efficientamento energetico degli edifici, 23 milioni per la sostituzione di impianti a biomassa legnosa. “Cifre fuorvianti” per Michela Palestra del Patto Civico, secondo cui mancano voci importanti per incentivare il trasporto pubblico.
“Più smart working”
All’attacco le opposizioni. “Ancora una volta la giunta non riconosce che la situazione è di emergenza climatica”, ha affermato Nicola Di Marco del Movimento 5 Stelle, dopo avere ironicamente indossato una maschera antigas: “E non lo diciamo noi. È un’esortazione di Papa Francesco. Il fatto che la conformazione della pianura sia problematica dovrebbe essere uno stimolo aggiuntivo a compiere azioni”. Quali? Ad esempio tariffe prossime allo zero per il trasporto pubblico, per gli under 35 e fasce deboli. Promuovere il più possibile lo smart working. Non dare più autorizzazioni per ampliare gli allevamenti intensivi. Investire sui raddoppiamenti ferroviari e sulla mobilità elettrica nella distribuzione dei prodotti nelle città. E il ‘reddito energetico’, per la produzione domestica di energia rinnovabile.
“Non vedo ambizione”, ha detto Emilio Delbono del Partito democratico: “La Lombardia deve fare quello che fanno le migliori regioni europee, che stanno facendo un enorme salto di qualità. Meno di un lombardo su 10 usa i mezzi pubblici e solo 324mila su 1 milione e 700mila usa i treni. Gli investimenti sul trasporto pubblico di Regione Lombardia sono fermi ai 218 milioni di 15 anni fa, ma nel frattempo l’inflazione si è mangiata il 27% del valore. I Comuni non hanno le risorse per il trasporto locale, e il rischio è che sempre meno persone circolino con i mezzi”.
“Lombardia lenta”
“La Regione gioca al ribasso”, ha commentato Michela Palestra del Patto Civico, ricordando i giorni di sforamento che peggioreranno con i nuovi limiti europei e sottolineando che la Lombardia è lenta ad applicare i rimedi, come quando ha vietato lo sversamento dei liquami una settimana dopo l’Emilia Romagna, durante la recente crisi di smog. Il Patto Civico ha chiesto alla giunta di presentare un piano d’azione dettagliato entro 30 giorni dalla seduta di martedì, “con la presa in carico di un impegno economico straordinario al fine di migliorare la qualità dell’aria e garantire la salute e il benessere dei cittadini lombardi”. E per Onorio Rosati (Alleanza Verdi-Sinistra) sarebbe il momento di introdurre i limiti di circolazione anche per i Comuni sotto i 30mila abitanti.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui