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Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti annuncia nuove norme per sanare le irregolarità strutturali. Obiettivo dell’intervento, che verte sul cosiddetto “Piano Casa”: semplificazione amministrativa e tutela dei piccoli proprietari. Il pacchetto di norme sarà presentato al prossimo Consiglio dei Ministri.

La semplificazione nel settore edilizio

In un momento storico in cui l’80% del patrimonio immobiliare italiano è interessato da piccole difformità o irregolarità strutturali, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, si impegna in un’azione risolutiva, presentando un pacchetto di norme volte a semplificare e velocizzare i diversi iter burocratici.

Infatti, durante un incontro strategico, noto come il “Piano Casa”, tenutosi al Mit, il 4 aprile, sono state delineate le linee guida di un pacchetto di norme volte alla regolarizzazione e semplificazione di queste problematiche, un’iniziativa lungamente sollecitata da amministrazioni territoriali, associazioni e enti del settore edilizio.

Gli obiettivi del “Piano Casa”

Il “Piano Casa” rappresenta un impegno concreto verso:

  • la semplificazione e l’efficienza amministrativa;
  • alleggerire il carico sugli uffici tecnici comunali;
  • tutelare i piccoli proprietari immobiliari.

Questi ultimi, infatti, si trovano spesso nell’incapacità di ristrutturare o vendere le proprie abitazioni a causa di antiche irregolarità non risolte. Queste misure non solo intendono risolvere problemi annosi, ma anche garantire ai cittadini risposte certe in tempi certi, illuminando la strada verso una gestione più efficiente e trasparente del patrimonio immobiliare italiano.

Le misure proposte cercano di affrontare una varietà di difformità, dalle questioni formali legate alle incertezze interpretative delle normative vigenti, alle modifiche edilizie minori apportate dai proprietari, fino alla complessa questione della “doppia conforme”, che impedisce la sanatoria di molti interventi edilizi passati.

La riunione, che ha visto la presenza di Matteo Salvini assieme al Dipartimento per la Programmazione e il Coordinamento della Politica Economica (Dipe) e rappresentanti di circa 50 entità tra istituzioni, enti, associazioni, ordini professionali e fondazioni del settore, ha segnato un momento di collaborazione e ascolto. Questo incontro ha permesso di raccogliere e consolidare le proposte emerse nelle precedenti discussioni, cristallizzandole in una bozza normativa che promette di rivoluzionare il settore.

Le principali misure allo studio

In questa breve tabella riepiloghiamo quali saranno le principali novità che verranno presentare in occasione della prossima riunione del Consiglio dei Ministri.

Tipo di Difformità Descrizione
Difformità di natura formale Legate alle incertezze interpretative della disciplina vigente.
Difformità edilizie “interne” Modifiche minori (tramezzi, soppalchi) apportate dai proprietari a singole unità immobiliari.
Difformità non sanabili con normativa attuale Problemi legati alla “doppia conforme” che impedisce la sanatoria di interventi passati.
Cambi di destinazione d’uso Facilitazione dei cambi di destinazione d’uso tra categorie omogenee degli immobili.

Legambiente: urgente la rivisitazione del Piano Casa

Il pacchetto di norme proposto ha subito sollevato delle preoccupazioni da parte di Legambiente. Stefano Ciafani, presidente dell’associazione, evidenzia l’urgente necessità di contrastare l’abusivismo edilizio, evidenziato da un incremento del 9,1% nel 2022, secondo i dati Istat.

Questo fenomeno è particolarmente accentuato nel Sud e nelle Isole, dove il numero di abitazioni abusive supera significativamente quelle autorizzate. Ciafani critica il condono per piccole difformità edilizie, ritenendolo un incentivo all’illegalità e sollecita il ministro a rivedere la proposta, promuovendo invece l’accelerazione delle demolizioni e un maggiore coinvolgimento dei prefetti nella lotta all’abusivismo. L’ultimo report di Legambiente mostra come, in regioni come Calabria, Campania, Lazio, Puglia e Sicilia, si registri una bassa percentuale di demolizioni effettive, con un tasso di esecuzione del solo 15,3% dal 2004 al 2022.

 

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