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Torino è la seconda grande città in Italia dove è vietato fumare all’aperto. Il consiglio comunale ha approvato una delibera che modifica il regolamento di polizia urbana, stabilendo come non si possa fumare all’aperto a una distanza inferiore a cinque metri da altre persone, a meno di avere il loro esplicito consenso. Inoltre è assolutamente vietato fumare all’aperto in presenza di minori o donne in gravidanza. La prima città ad aver approvato un divieto simile è stata Milano, vietando il fumo nel raggio di 10 metri da altre persone nei parchi, alle fermate degli autobus, nei parchi gioco, nelle aree per cani, nei cimiteri e nelle strutture sportive.

La scelta di Torino

La modifica del regolamento cita esplicitamente il divieto di fumare sigarette, sigari, pipe, tabacco riscaldato, ogni prodotto a combustione e anche le sigarette elettroniche, che vengono equiparate alle sigarette tradizionali. Per chi viola il provvedimento è prevista una multa di 100 euro, come quella già in vigore per chi fuma nei parchi gioco. La modifica è stata proposta dal consigliere Silvio Viale, affiliato ai Radicali, che sostiene la maggioranza del sindaco Stefano Lo Russo, in quota Partito democratico.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il consumo di tabacco uccide più di 8 milioni di persone all’anno. In questo novero vanno contati gli 1,2 milioni di decessi di persone esposte al fumo passivo. Per l’Oms l’uso del tabacco è “una delle più grandi minacce alla salute pubblica che il mondo abbia mai affrontato”. Il fumo è ampiamente considerato un fattore di rischio per patologie che possono essere fatali, come il cancro ai polmoni, le malattie cardiache e l’ictus.

Le leggi contro il fumo all’aperto

Per questo, nella gran parte dei paesi del mondo sono previste già da tempo misure che vietano il fumo nei luoghi chiusi o in altre situazioni. Tuttavia mancano legislazioni uniformi e sono pochissimi i paesi o le città che vietano il fumo all’aperto e, solitamente, vengono predisposte zone fumatori per le aree più trafficate come le stazioni. All’interno dell’Unione europea, solo Francia e Portogallo hanno in cantiere un progetto di legge per vietare a livello nazionale il fumo all’aperto nei luoghi pubblici. Entrambi i progetti sono stati presentati alla fine del 2023.

In Francia però, alcune città hanno già introdotto divieti locali, come nel caso di Nizza, dove è vietato fumare nelle spiagge. Anche in Italia molte amministrazioni locali hanno teoricamente imposto il divieto di vietato fumare nelle spiagge pubbliche, ma raramente viene applicato. Inoltre, un timido tentativo di approvare il divieto di fumare all’aperto in tutta Italia è rimasto fermo al palo anche per via dell’azione di Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e segretario della Lega, che voleva salvare dal divieto le sigarette elettroniche.

Sono invece il Messico e il Giappone i due paesi con le leggi contro il fumo più rigide al mondo. Nel primo paese è vietato fumare nei parchi, nelle spiagge e di fatto in tutti gli spazi pubblici. Mentre in Giappone è vietato fumare per strada ed esistono aree specifiche e spazi separati per l’uso di tabacco non combustibile.

 

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