È una cifra da record quella che la Fondazione Perugia ha sborsato martedì per aggiudicarsi all’asta due opere del Perugino, che fanno così il loro ritorno in città. Le opere, raffiguranti Cristo incoronato di spine e la Vergine e finora di proprietà di privati, sono state battute dalla nota casa d’asta viennese Dorotheum. La Fondazione attraverso un’offerta telefonica ha messo sul tavolo 842.800 euro, cifra record per un’opera dell’artista che fu maestro di Raffaello.
Le opere Le tavole, custodite all’estero (in particolare in Inghilterra e in Svizzera), sono state dipinte negli anni ‘90 del Quattrocento e sono due ritratti in cui le figure si stagliano su uno sfondo nero; le opere, proposte congiuntamente, erano stimate 600-800 mila euro. In particolare il Cristo coronato di spine è datato 1497-1500 mentre la Vergine è stata realizzata nel 1500. «I personaggi, raffigurati entrambi su un identico fondale nero bitume, costituiscono uno straordinario esempio – scrive la Fondazione in una nota – dell’arte e della genialità del Pietro Vannucci, in particolare nella profondità spirituale e nella rappresentazione dei volti. Entrambe le tavole presentano sul verso un rivestimento di pelle con impressi eleganti motivi decorativi e il monogramma cristologico, a simulare la coperta di un libro. In origine le due figure componevano un dittico collegato da cerniere e destinato alla devozione privata».
Periodo felice A proposito degli anni in cui le tavole sono state dipinte la Fondazione parla di «uno dei periodi più felici e prolifici» della vita del Perugino. «In quegli anni il maestro, attivo a Firenze, conobbe e assorbì la pittura fiamminga – aggiunge la Fondazione – e la luce di Leonardo, ma fu anche coinvolto dall’atmosfera di Venezia, dove si recò più volte. Nello sfondo delle tavole non c’è nessun paesaggio ideale o architettura prospettica, solo il profondo nero su cui si stagliano i protagonisti della scena, una soluzione affascinante e assolutamente inedita che Perugino utilizzò ampiamente in quel periodo».
Di mano in mano Prima di passare, nel corso dei decenni, in varie raccolte private estere, è possibile che il Cristo coronato di spine e la Vergine abbiano fatto parte della collezione dell’intellettuale fiorentino Cosimo Bordoni, medico personale del granduca Cosimo III de’ Medici. In un inventario dei beni del professionista, scomparso intorno al 1703, sono citati infatti «due quadri compagni del Perugino» raffiguranti «la Madonna e Giesù». Le opere saranno custodite a Palazzo Baldeschi, dove già si trovano due opere del Perugino.
Casini «Siamo estremamente felici ed emozionati – scrive il presidente della Fondazione Alcide Casini – di aver portato a termine un’operazione di tale valore artistico, culturale e identitario». «Il ritorno in Italia dei due capolavori consentirà la loro piena valorizzazione e soprattutto la loro fruizione pubblica, come è nella missione del nostro ente. Le celebrazioni per il cinquecentenario dalla morte del Perugino, nel 2023, hanno ricordato all’intero territorio l’importanza assoluta di questo straordinario artista. Per tale motivo, questo è un successo dell’intera comunità, perché è per essa che l’acquisto è stato compiuto».
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