L’economista ha notato che in paesi come Danimarca e Norvegia i bonifici istantanei rappresentano ormai anche il 50% di tutti i trasferimenti di denaro con strumenti elettronici o digitali. Nell’area unica dei pagamenti in euro (Sepa, che va oltre l’Eurozona), ha dettagliato Scotti, “il volume dei bonifici istantanei sul totale dei bonifici è passato dal 12% di giugno 2022 al 19% di giugno 2024; in Italia, nello stesso intervallo di tempo, è passato dal 4% al 10%”.
Bonifici istantanei oltre l’Europa
Con il taglio alle commissioni, anche a zero se attualmente non sono previsti costi per i bonifici tradizionali, l’accelerazione sarà inevitabile: “È ragionevole ritenere che la disponibilità di uno strumento di pagamento istantaneo sia in grado di orientare le preferenze di cittadini e imprese e che anche nella Sepa la diffusione dei bonifici istantanei seguirà un trend crescente negli anni a venire”, ha osservato la vice Dg di Bankitalia.
In futuro i bonifici istantanei potranno essere allargati anche ai pagamenti fuori dai confini europei, con valute straniere. In sede G20, ha notato Scotti, il tema è affrontato seriamente. “Una delle aree prioritarie di lavoro riguarda la promozione di accordi di interconnessione fra sistemi di pagamento istantanei operanti in giurisdizioni diverse”, per velocizzare le transazioni all’ingrosso, al dettaglio e le rimesse. “I prossimi anni – ha chiosato Scotti – ci vedranno sempre più impegnati sul fronte dei pagamenti istantanei cross-system al fine di sviluppare nuove soluzioni di collegamento tra Tips e altre piattaforme”.
Questione di sicurezza
Secondo Paolo La Torre, managing partner per l’Italia di Capco, società che opera a livello globale nella consulenza tecnologica e direzionale e specializzata nella trasformazione digitale del settore dei servizi finanziari, “la velocità delle transazioni, che avvengono in pochi secondi, riduce drasticamente il tempo per rilevare e bloccare eventuali frodi. Per affrontare questo problema, le banche stanno implementando sistemi di autenticazione continua come il modello “Zero Trust”, che verifica costantemente l’identità dell’utente durante tutta la transazione. Grazie all’uso di dati biometrici e comportamentali, è possibile individuare anche le più piccole anomalie, riducendo così il rischio di truffe“.
Tra le altre tecnologie in campo per prevenire truffe sono algoritmi di apprendimento automatico per monitorare le transazioni in tempo reale, in grado di adattarsi rapidamente ai nuovi schemi di frode. “Tuttavia, per funzionare al meglio, è fondamentale che ci sia un’integrazione tra i vari canali di raccolta dati, così da ottenere una visione completa dei comportamenti degli utenti – dice La Torre -. Per ridurre i rischi è quindi importante disporre di molte informazioni affidabili e dettagliate sui clienti, come i loro dati demografici, il comportamento e le preferenze. È inoltre essenziale ottimizzare le prestazioni dei modelli che elaborano le transazioni. Devono essere veloci e precisi per soddisfare le esigenze in tempo reale”. E poi c’è il Verification of Payee, che controlla se l’Iban corrisponde al nome del destinatario. Se i dati non coincidono, il pagatore viene avvisato prima che il trasferimento avvenga. Una misura che la normativa europea richiede alle banche di attuare per garantire maggiore sicurezza nelle transazioni. Anche perché, conclude La Torre, “in caso di inefficienze, le banche rischiano di essere ritenute legalmente responsabili”.
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