Il taglio del cuneo fiscale varierà a seconda del reddito annuo del lavoratore e, secondo le simulazioni effettuate dall’Anc, sarà fino al 7% per chi guadagna fino a 35mila euro mentre, oltre questa soglia, si scende al 6%. Ma il meccanismo sarà più complesso perché una parte del cuneo sarà interamente “contributiva” e un’altra, invece, agirà con la leva fiscale secondo un meccanismo di bonus decrescenti con l’aumentare del reddito.
Gli aumenti in busta
Partiamo da un reddito di 25mila euro. In questo caso non ci saranno variazioni rispetto alle buste paga dell’anno precedente. Senza il taglio, la media dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori sarebbe stata del 9,19%. Con la manovra del 2025 (ma anche con quella precedente) si scende al 2,19%, con un aumento netto in busta paga di 1750 euro all’anno.
Anche per i lavoratori con un reddito lordo annuo di 35mila euro la riduzione degli oneri contributivi si attesta sul 7%. Senza il taglio la retribuzione netta sarebbe stata di 31.782,50 euro. Con il taglio si arriva a 34.232,50 euro con un aumento netto di 2450 euro all’anno.
Ma le novità più significativa riguardano la fascia fra i 35mila e i 40mila euro, prima esclusa dai benefici della riduzione del cuneo fiscale. In questo caso l’aumento in busta paga potrebbe arrivare, sempre secondo le simulazioni dell’Associazione Nazionale dei Commercialisti, fino a 2400 euro all’anno, anche se è previsto un sistema di “decalage” che di fatto porterà ad una riduzione dell’importo netto via via che aumenta il reddito. “Un beneficio leggermente inferiore – spiega Marco Cuchel, presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti – ma comunque significativo”. Naturalmente, per avere il quadro esatto degli aumenti bisognerà attendere il varo definitivo della finanziaria e, soprattutto, capire in che modo si combineranno la parte contributiva e quella fiscale del taglio del cuneo.
Come cambia il taglio
Se il netto in busta paga resterà praticamente lo stesso, cambierà invece la composizione del taglio del cuneo fiscale. In particolare, il ministro dell’Economia, da gennaio del prossimo anno la riduzione sarà interamente a carico delle casse dell’Inps (che poi sarà rimborsata dallo Stato) fino ai 20mila euro di reddito. Poi, a partire da questa soglia, ci sarà uno sconto misto, in parte sugli oneri contributivi e in parte sotto forma di sconti Irpef. In particolare il governo prevederà interventi specifici sulle detrazioni fiscali per i redditi compresi tra 35.000 e 40.000 euro. Oltre questa soglia non ci saranno benefici.
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