Era il 30 gennaio quando ventidue famiglie sono state evacuate dalle loro abitazioni per problemi di staticità della palazzina sita in via Galeso 98. Questa mattina, nell’area antistante Palazzo di Città, abbiamo ascoltato lo sfogo di diverse persone che da circa dieci mesi vivono senza il proprio tetto sopra la testa. C’è chi, non avendo altre possibilità, sta vivendo in macchina. È gente che non può accedere alla propria abitazione. Abbiamo dunque chiesto alla signora Clara Ingrassia dove alloggia. Ha risposto che o viene ospitata o si paga un Bed And Breakfast. Quando invece le abbiamo chiesto se il sindaco e gli assessori preposti abbiano espresso solidarietà senza concretamente aiutarli, ha preferito chiederci una domanda di riserva. Ha poi aggiunto: “Siamo come il popolo di Mosè errante con la Terra promessa. La differenza è che loro, alla fine del viaggio, la Terra promessa l’hanno trovata mentre noi non abbiamo manco le promesse”.
I presenti ci hanno raccontato che il Comune ha erogato un contributo che risuona come una canzonata dal momento che copre solo in parte gli eventuali contratti d’affitto sottoscritti in presenza di garanti. Queste sono persone che non navigano nell’oro, sono state sgomberate da delle case pagate grazie ai sacrifici di una vita e stanno continuando a pagare le spese relative le verifiche tecniche degli immobili e persino la TARI. “Ieri sono stata all’ufficio di via Anfiteatro con l’ordinanza di sgombero del sindaco – ha spiegato la signora Ingrassia – e mi hanno dato un modulo da compilare e distribuire agli altri inquilini. Cercheranno di non farci pagare almeno questa spesa. Come faccio a produrre spazzatura dal momento che a casa mia ho persino staccato la luce? Quelli del gas lo hanno tolto dalla strada ma le persone che hanno il gas di città stanno continuando a ricevere le bollette per i diritti fissi e per l’affitto del contatore. In casa non ci siamo, il gas non viene erogato perché è stato tolto ma dobbiamo continuare a pagare. Accadono cose che nessuno sa darci spiegazioni e noi non ce ne facciamo una ragione”.
È incerto il loro futuro dato che non sanno quando potranno rientrare nelle loro abitazioni. Sono però a conoscenza che i lavori (ancora non avviati) potrebbero durare dai 250 ai 280 giorni. Nel frattempo sono persone che non possono accedere alle loro case da febbraio 2024 quindi non hanno avuto modo neanche di poter recuperare gli abiti per affrontare le diverse stagioni. Vagano con una valigia pronta, non per divertimento ma per sopravvivenza.
Il consigliere regionale Antonio Paolo Scalera ha sollevato la problematica delle cinquantacinque persone sfrattate dalla palazzina in via Galeso 98 presentando un’interrogazione urgente al presidente Michele Emiliano chiedendo un intervento immediato. Abbiamo così chiesto a Giuseppe Miceli – segretario provinciale Ataij e As.i.a/Usb – se si sentono o sono abbandonati dagli enti pubblici e della pubblica amministrazione. Miceli: “Non ci sentiamo ma siamo abbandonati perché questo è un dossier di ripetute richieste d’incontro urgente con il Sindaco. Non ci ha mai risposto. L’ultima richiesta l’ho fatta giorno 8 e non ci ha risposto. Qualcuno a Taranto riesce a capire che stiamo parlando, da quasi dieci mesi, di emergenza abitativa? Qualcuno riesce a capire, a tutti i livelli, cosa significa emergenza abitativa? Queste persone stavano tranquille in casa propria e all’improvviso, per un problema venuto fuori, sono state prese per il colletto e sbattute fuori di casa. All’inizio ci sono stati degli incontri con l’assessore Liuzzi e degli scontri con l’assessore Ficocelli tanto da chiedere le sue dimissioni ma nulla è stato fatto. Speravo che il consigliere Scalera mi contattasse perché gli avrei dato tutta la documentazione così da riassumere come stanno le cose ma non se ne importa niente nessuno”.
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