VENEZIA – «Mi auguro una sentenza di ergastolo senza sconti di pena. Questo non riporterà in vita Giulia, ma sapere che la persona che l’ha portata via pagherà potrebbe portare un po’ di sollievo al nostro dolore». È un fiume in piena Andrea Camerotto, lo zio materno di Giulia Cecchettin, la 22enne di Vigonovo uccisa con 75 coltellate dall’ex fidanzato reo confesso Filippo Turetta l’11 novembre 2023. Ieri, a margine della seconda udienza a Venezia, nel corso della quale per la prima volta ha parlato il 23enne di Torreglia – accusato di omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione, crudeltà e legame affettivo – Camerotto ha commentato la deposizione, auspicando la pena massima. «Parlo per me, per i miei genitori, per mia sorella. Ma anche per quella parte di famiglia che usa toni più gentili, ma pensa la stessa cosa. Ci aspettiamo l’ergastolo e che sconti tutta la pena».
Turetta in aula
Felpa blu con cappuccio, barba incolta e sguardo basso, Turetta visibilmente turbato ha risposto alle domande quasi balbettando. «L’ho visto titubante mentre rispondeva al pm, sembrava un alunno che non ha studiato – continua Camerotto -. Ho saputo stamattina (ieri, ndr) che aveva depositato all’ultimo momento un memoriale. Memoriale che per sua stessa ammissione ha scritto in tempi diversi. Mi sembra strano allora che a domande semplici non abbia saputo rispondere. Ha usato poco il termine omicidio e molto la parola rapimento. Secondo me voleva far passare il messaggio di uomo innamorato che voleva portare con sé la sua Giulietta, ma è una strategia». In aula non erano presenti i genitori di Turetta, Nicola ed Elisabetta Martini. «Li avevo sentiti – prosegue Camerotto – nei giorni delle ricerche. Poi dopo la scoperta dell’omicidio mi hanno mandato un messaggio per chiedere perdono, ma non ho mai risposto. Mi auguro che il fatto che non fossero presenti fosse un modo per starci vicino. Spero che siano genitori consapevoli dei danni causati dal figlio a una serie di persone». Lo zio di Giulia ha colto l’occasione per scusarsi per aver usato in passato toni troppo forti. «Quando Nicola ha incontrato il figlio in carcere ed è sembrato quasi assecondarlo per paura di un possibile suicidio, ho usato parole eccessive e mi scuso. Ma sono convinto che Filippo non abbia mai voluto togliersi la vita, altrimenti non si sarebbe attrezzato per nascondere un cadavere. Chi decide di compiere un gesto estremo, dopo aver compiuto il delitto si toglie la vita. Anche il pm gli ha fatto notare che dopo l’omicidio, non si è appartato in un posto isolato per togliersi la vita ma è fuggito in luoghi molto frequentati». Turetta è stato arrestato in autostrada in Germania a una manciata di chilometri da Lipsia.
Il gesto di Giulia
Camerotto aveva incontrato poche volte Giulia e Filippo insieme, una delle ultime era stato nei primi giorni di settembre 2023 a Padova. Due mesi prima del delitto. «Ho visto mia nipote nel parcheggio dove avevo lasciato l’auto, ma non mi sono avvicinato per discrezione, vedendo che era arrivato Filippo. Ho pensato che volessero riavvicinarsi. Poi lui l’ha abbracciata e lei ha ricambiato, ma quando Turetta ha provato a baciarle le labbra, lei lo ha allontanato con un gesto delle mani. Poi lo ha preso sottobraccio e si sono avviati nella zona dei locali. Ora – conclude Camerotto – vedendolo in aula mi chiedo come sia possibile che mia nipote si sia persa così per questo ragazzo. Per la nostra famiglia questo è un momento molto pesante, siamo vicini all’anniversario della morte di mia sorella Monica, mamma di Giulia. E tra qualche settimana sarà un anno che Giulia non c’è più. Niente ce la riporterà in vita, dobbiamo faticosamente imparare a vivere senza di lei. Avrebbe meritato molto di più».
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