«Dobbiamo salvaguardare i know-how dei Paesi. Non è possibile che noi per norma chiudiamo le tecnologie. Il nostro obiettivo è raggiungere l’oggetto: emettere meno Co2. Ma come ci arrivo non può essere imposto regalando tecnologie nostre uccidendole, ed andando a prendere tecnologie di altri continenti di cui noi non deteniamo nulla». Lo ha dichiarato a Brindisi il presidente di Confindustria Emanuele Orsini nel suo intervento all’assemblea generale ‘Facciamo il futuro. Brindisi’. «Queste sono scelte pazzesche che – ha aggiunto – mettono in condizioni le nostre industrie di avere dei problemi. E non lo dico io, lo dice la comunità che non compra le auto». «Poi quello che mi dispiace è che invece di fare investimenti nel Paese vengono fatti investimenti in altri Paesi, magari scrivendo ‘letterine’ a nostri chiedendo di delocalizzare. Questo non lo possiamo più permettere. Perché noi abbiamo aiutato aziende a stare nel Paese. Quindi non deve essere finanziato l’acquisto dell’auto, ma deve essere finanziato chi crede nell’industria e nell’industrializzare il Paese e soprattutto chi fa gli stabilimenti e fa produzione. E quindi – ha concluso – fa crescita e assume persone. Se mi riferisco a Stellantis? Ovvio».
Stellantis «sottolinea che per produrre auto o veicoli commerciali servono gli ordini. Come in tutti i settori, è la domanda a creare il mercato e non il contrario». Lo rileva Stellantis Italia replicando alle dichiarazioni del presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, secondo il quale «non deve essere finanziato l’acquisto delle auto, ma deve essere finanziato chi crede nell’industria, nell’industrializzare il Paese, soprattutto chi fa gli stabilimenti e fa produzione, fa crescita e assume persone». «Come dichiarato dal nostro amministratore delegato Carlos Tavares durante la sua audizione in Parlamento – prosegue la società -, Stellantis ribadisce l’importanza di garantire il giusto contesto di competitività per accompagnare le aziende coinvolte nella transizione verso l’elettrificazione. Il vero problema della transizione all’elettrico, infatti, è l’accessibilità economica». Stellantis «ha elaborato il suo piano strategico a lungo termine, che prevede un investimento complessivo di circa 50 miliardi di euro nel corso del decennio. Negli ultimi anni – prosegue la società – l’azienda ha investito in Italia più di 2 miliardi di euro all’anno. Per Stellantis, l’Italia è l’unico Paese al mondo con due piattaforme di produzione (Stla Medium a Melfi e Stla Large a Cassino). Ma non solo – rivendica -. A Torino ha sede l’unico Battery Technology Centre al mondo per i test sulle batterie e il capoluogo piemontese è anche sede del primo Circular Economy Hub». «Insomma – conclude -, stiamo investendo in Italia per restare. Tutto il resto sono opinioni, rispettabilissime ma non necessariamente vere».
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