“Con la riuscita della manifestazione del 18 ottobre l’azione sindacale non si esaurisce certo fino al conseguimento degli obiettivi. Stellantis in Italia ed in generale l’automotive in Europa sono al collasso”.
Queste le parole di Roberto Rinaldi, coordinatore Uil Modena e Alberto Zanetti, segretario generale Uilm-Uil Modena, che immortalano uno scenario su cui, sottolineano, è necessario intervenire con grande tempestività.
“I lavoratori italiani sono allo stremo pagando con la cassa integrazione, ormai da un anno, un prezzo salatissimo. Le crisi in Italia, Germania e Belgio rispetto ai gruppi Stellantis, Volkswagen e Audi rischiano di produrre un terremoto per tutta l’industria dell’automotive nel continente, mentre Usa e Cina difendono l’industria con fortissimi investimenti, sono urgenti risposte da parte della UE, del governo, Stellantis e aziende della componentistica.
Abbiamo colto favorevolmente le parole di Santo Ficili nuovo AD di Alfa Romeo e Maserati, quando afferma che vuole rilanciare i due Marchi e riportarli al ruolo che gli competono e ha anche parlato della necessità di ricreare un clima di fiducia tra i lavoratori. Il sindacato è disposto ad incontrarlo per dimostrargli che un cambio di rotta serve ora e nel medio lungo periodo non ci saranno nè fabbriche né maestranze se si continua a svalutare i marchi ed il ruolo dei lavoratori con le loro competenze”.
Ma il discorso e l’appello dei sindacati non finisce qui. “Le istituzioni locali e regionali si sono dette più volte interessate a sostenere piani di sviluppo nel territorio dell’Emilia Romagna con particolare riferimento alla Maserati di Modena, alla VM di Cento alla Magneti Marelli di Bologna”.
Entrando ancora più nel dettaglio, “per quanto ci compete la Maserati di Modena sta vivendo una situazione drammatica – continuano –. Le giornate lavorative in produzione sono sempre meno e di mese in mese il bilancio degli ammortizzatori sociali utilizzati tende a crescere invece che calare. L’atelier di verniciatura sembrava potesse risolvere molti problemi, ma nel frattempo le notizie di mercato per quanto riguarda i modelli attualmente in produzione non registrano sostanziali passi in avanti. Il 2025 non si aspetta essere tanto migliore del 2024 e se non riusciamo ad esercitare una forte pressione in merito al sostegno degli investimenti produttivi in Italia, il nostro Paese rischia di diventare sempre più insignificante nel panorama industriale globale”.
“Il clima di sfiducia tra le lavoratrici ed i lavoratori è tangibile e rischia di trasformarsi in un boomerang per il territorio modenese – continuano –. Pertanto per noi è arrivato il momento dei fatti e solo con atti concreti giudicheremo il nuovo gruppo dirigente. Ci rendiamo conto che non è più tempo di sfilate e passerelle, ma chiediamo la riapertura immediata del tavolo con le Istituzioni locali e regionali perché ognuno possa svolgere il proprio ruolo per riaprire le fabbriche”.
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