Dopo il 4-4 di San Siro, il Napoli va a +4 su Inzaghi e a +5 su Motta. Per il tecnico azzurro è la miglior partenza in carriera
Massimo vantaggio col minimo sforzo. Il pari spettacolare di San Siro è il migliore dei risultati possibile per il Napoli, che di colpo si trova con “due partite” di vantaggio sulle inseguitrici. Una posizione molto comoda per chi sta per affrontare il primo vero ciclo terribile della sua stagione. Domani c’è il Milan, domenica al Maradona arriva l’Atalanta e poi si chiuderà prima della sosta con la trasferta in casa dell’Inter campione d’Italia, da ieri sera lontana quattro punti. Una partenza che ha spiazzato tutti, forse lo stesso Antonio Conte. Quando ha accettato la panchina del Napoli, lo ha fatto consapevole di dover ricostruire dalla polvere, rifondare dalle basi a partire dalla mentalità, della squadra e della società. Ma mai avrebbe pensato che, dopo nove giornate, la sua creatura fosse già così avanti nella tabella di marcia. Chiaro, non è ancora successo nulla e quelli di oggi sono solo dati parziali, ma impressiona notare come Conte in pochi mesi abbia stravolto il Napoli.
scalata
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Come è lontana Verona, teatro del debutto azzurro di Antonio e anche della prima e unica sconfitta della stagione del Napoli. Una prova talmente negativa da aver costretto il tecnico a scusarsi con i tifosi e a invitare tutti a «vergognarsi» per quanto era successo. Una scossa potentissima, un richiamo alla responsabilità e alla reazione davanti alla difficoltà. Da lì in poi, la squadra di Conte non ha più sbagliato nulla. Nelle ultime otto partite, il Napoli ha subito appena due reti: una su rigore e una con un tiro da fuori. Tradotto: entrare nell’area azzurra è diventato complicato per tutti. Il Napoli ha trovato solidità, e di partita in partita migliora l’attenzione e l’equilibrio difensivo: oggi, non a caso, è la miglior difesa della A insieme alla Juve e il dato che più gratifica il lavoro di Conte è quello delle gare chiuse con la porta inviolata. Sono già 6 in 9 partite: pensare che nella scorsa stagione furono 7 in tutto il campionato. Ma per riscrivere la classifica c’è bisogno di vittorie e anche qui Conte ha cambiato marcia: sette successi nelle ultime otto partite (unico pareggio in casa della Juve), ma soprattutto un cammino perfetto in casa, con cinque vittorie su altrettanti match. Soltanto Albertino Bigon nel 1989-90 e Luciano Spalletti nel 2021-22 (quello pre-scudetto) riuscirono a infilare cinque successi interni consecutivi al primo anno alla guida del Napoli. Il Maradona è già il fortino di Conte, come aveva sperato a inizio stagione. Certo, non mancano i nostalgici dello spettacolo, ma oggi Napoli festeggia quegli 1-0 che per altri club – per anni – sono risultati decisivi alla fine nella lunga corsa scudetto. Per questo Napoli adesso sorride: la città voleva togliersi gli schiaffi dalla faccia dopo il fallimento di un anno fa. De Laurentiis e Conte hanno già riportato Napoli nella nobiltà sportiva.
il distacco
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La svolta è stata mentale ma anche tecnica. Il Napoli è riuscito a dare continuità alle vittorie, come aveva fatto nell’anno dello scudetto e come non era riuscito a fare un anno fa. Conte ha subito scacciato le nubi, infilando una prima striscia di tre successi di fila. Poi, dopo il pari in casa della Juve e il passaggio al 4-3-3, è arrivata una striscia di 4 successi che mancava dalla fuga scudetto con Spalletti, tra il gennaio e il febbraio 2023. Napoli granitico, cinico e camaleontico. E vincente, che poi è l’unica cosa che conta per tanti. Conte ieri si è accomodato sul divano e si è goduto lo spettacolo del Meazza, come aveva annunciato dopo il Lecce. Ma forse neanche lui credeva di poter allungare davvero. E invece, la classifica adesso regala un sorriso in più, visto che Antonio dopo nove giornate non aveva mai avuto in carriera un distacco così ampio dalla seconda. Solo due volte, a questo punto, era in testa. Sempre alla guida della Juve. La prima volta a +1 su Lazio e Udinese, la seconda a +3 proprio sul Napoli. Significa poco ai fini di un campionato, ma tanto anche a livello mentale, specie per chi deve inseguire. Quando Conte va in testa, difficile buttarlo giù dal trono. E questo suo Napoli sembra già pronto per correre. Milan, Atalanta e Inter daranno risposte vere. Una sconfitta non sarebbe drammatica, ma guai a dirlo ad Antonio. Lui vuole vincere. Sempre. Questione di mentalità. Il resto, per dirlo alla Conte, è aria fritta.
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