Non dovrà ridare la cifra richiesta dall’Inps, il vigile del fuoco palermitano, andato in pensione nel 2016, che si è visto contestare dall’Inps, nel 2021, un indebito nella pensione. Non ritenendo legittimo il comportamento dell’ente, si è affidato allo studio legale Leone-Fell per proporre ricorso e la Corte dei Conti gli dà ragione.
Il ricorso
L’ente di previdenza, dopo ben 5 anni, ha infatti preteso di recuperare 3.500 euro sulla pensione, a fronte di un calcolo di competenza dell’ente stesso, non effettuato nel 2016 e posticipato al 2021. Ciò ha comportato una decurtazione della pensione con un forte danno economico al pensionato. La Corte dei Conti della Regione siciliana, ha accolto il ricorso, affermando il principio del legittimo affidamento. I giudici hanno infatti accertato la provvisorietà del trattamento pensionistico erogato nel 2016, riconoscendo il diritto del pensionato a non restituire la somma richiesta.
I legali
“Il vigile del fuoco – spiegano i legali Francesco Leone e Simona Fell che insieme agli avvocati Diego Vaiano, Alvise Vergerio di Cesana e Davide Ignazio Marceca, hanno difeso il ricorrente – non poteva accorgersi dell’errore, non essendo materia di sua competenza. Così come tutti i pensionati, si è legittimamente affidato al calcolo pensionistico fatto nel 2016. Illegittimo è invece il comportamento dell’Inps che si accorge dell’errore commesso dopo un lungo lasso di tempo e pretende la restituzione della somma di denaro, andando a intaccare la serenità di un’intera famiglia”.
L’istituto previdenziale ha poi proposto appello e il Collegio palermitano, con la sentenza ha respinto e confermato la tesi del ricorrente. Il pensionato potrà dunque riavere la somma di denaro ingiustamente defalcata dalla sua pensione.
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