Nel contesto energetico attuale, il fotovoltaico rappresenta una delle risorse fondamentali per affrontare la crisi climatica e raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Con il Piano Transizione 5.0, che prevede investimenti per 1,8 miliardi di euro per lo sviluppo di impianti di autoconsumo e energia, il settore sta vivendo una fase di rinnovato interesse. Tuttavia, la competizione globale, le dinamiche di mercato e le normative europee impongono sfide significative, ma anche opportunità strategiche per le aziende del nostro territorio attive nella produzione di pannelli fotovoltaici.
I produttori cinesi
Il mercato del fotovoltaico ha visto un’evoluzione rapida negli ultimi due decenni, la domanda di moduli fotovoltaici è cresciuta in maniera esponenziale, trainata soprattutto dall’innovazione tecnologica e dagli incentivi governativi. Tuttavia, il panorama del settore fotovoltaico è drasticamente cambiato con la crescita dei produttori cinesi, che oggi dominano il mercato globale grazie a una produzione di massa e a prezzi molto più competitivi rispetto a quelli europei. Infatti, oggi, un prodotto cinese costa circa la metà rispetto a un modulo prodotto in Italia.
Questa dinamica ha messo in difficoltà la produzione europea, portando a un calo nel numero di aziende in grado di competere a livello di costi con i giganti cinesi. Le politiche protezionistiche, come l’introduzione di dazi a sfavore dei prodotti cinesi da parte di alcuni paesi europei, non sono riuscite del tutto a riequilibrare la situazione. Di conseguenza, solo poche aziende europee continuano a operare nel mercato grazie alla loro capacità di offrire prodotti personalizzati e di alta qualità, un aspetto su cui i produttori cinesi, concentrati su una produzione standardizzata e di massa, faticano a competere.
Made in Italy
Una delle principali opportunità che rimane per i produttori europei è legata alla crescente richiesta di moduli fotovoltaici realizzati in Europa. Questa marcata preferenza si collega non solo alle normative che richiedono moduli prodotti sul territorio europeo, ma anche alla crescente sensibilità dei clienti verso la sostenibilità e la qualità. Il «Made in Italy» ha un forte appeal non solo sul mercato interno italiano, ma anche all’estero, dove viene associato all’eccellenza industriale nei settori della moda e dell’automobile, e sempre più in quello delle energie rinnovabili.
Questa mentalità del «Made in Italy» apre nuove opportunità che può puntare su prodotti di qualità superiore, certificati e personalizzabili, per rispondere a esigenze di mercato che i produttori cinesi non riescono a soddisfare. La differenziazione attraverso la qualità e la capacità di offrire soluzioni su misura rappresenta quindi una chiave di successo per l’azienda. La normativa europea gioca un ruolo centrale nello sviluppo del mercato fotovoltaico. In particolare, le disposizioni legate al Piano Transizione 5.0 offrono incentivi importanti per le aziende che rispettano determinati criteri. I moduli devono essere prodotti in Europa e soddisfare requisiti tecnici specifici ovvero disporre di un’efficienza minima del 21,5%.
Un intervento «trainato»
Un altro aspetto fondamentale da considerare è che il fotovoltaico, nel contesto normativo attuale, viene considerato come un intervento «trainato». Questo significa che, prima di poter accedere agli incentivi per la realizzazione di impianti fotovoltaici, è necessario ottemperare a requisiti di risparmio energetico attraverso altri interventi. Questo approccio, sebbene possa sembrare una barriera, in realtà può favorire lo sviluppo di soluzioni integrate e più efficienti, promuovendo la transizione energetica.
Il mercato del fotovoltaico, sia a livello italiano sia europeo, sta attraversando una fase di profonda trasformazione. Il Piano Transizione 5.0 offre un quadro di incentivi che, se sfruttato correttamente, potrebbe rilanciare la produzione europea, soprattutto per aziende in grado di distinguersi con prodotti di alta qualità e personalizzati, come Peimar. La concorrenza cinese rappresenta una sfida complessa, ma la richiesta di moduli «Made in Europe» e ancora più nello specifico «Made in Italy», offre opportunità significative.
Marco Casale, fondatore e presidente Peimar
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