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Italia sbilanciata sul fronte fiscale: il 15% si accolla gran parte della spesa per il welfare #finsubito prestito immediato


Un’Italia sbilanciata sul fronte fiscale, in cui una minoranza di contribuenti si fa carico di gran parte dell’IRPEF, e quindi svolge un ruolo cruciale nel finanziamento dei servizi pubblici, coprendo una parte significativa delle spese per il welfare e la sanità per il resto della popolazione. Viceversa, una grande parte di italiani paga così poche tasse (o non ne paga affatto) da risultare totalmente a carico della collettività. È la fotografia scattata dall’ultimo Report di Itinerari Previdenziali 2024 da cui emerge il ritratto di un Paese “con una redistribuzione così forte da rischiare, in assenza di opportune contromisure, di compromettere sviluppo e tenuta dei conti pubblici dello Stato”.

I dati principali

Venendo ai dati principali del Report, che si riferiscono al 2022.  Quello che emerge è che, nel nostro Paese, il 15% dei contribuenti italiani (circa 6,4 milioni) dichiara redditi superiori a 35.000 euro sono, ma paga il 63,4% delle imposte mentre quelli che dichiarano meno di 15mila (il 40,35% del totale, poco meno di 17 milioni) pagano l’1,29% dell’Irpef complessiva. Un altro aspetto che lascia poco spazio all’ottimismo è che circa il 45,16% degli italiani non ha redditi o non li dichiara.

Tutto questo avviene – come mette in evidenza lo studio – mentre la spesa per il welfare è più che raddoppiata dal 2008 al 2022, mentre il gettito dell‘IRPEF è aumentato solo del 25% nello stesso periodo. Nel 2022 l’Italia ha destinato alla spesa per protezione sociale – pensioni, sanità e assistenza – circa 559,513 miliardi di euro, oltre la metà di quella pubblica totale (il 51,65%).

“Non è corretto – ha sottolinea il presidente di Itinerari previdenziali, Alberto Brambilla, commentando a margine della presentazione alla Camera dei Deputati, i dati del Report. –  descrivere l’Italia come un Paese oppresso dalle tasse. Una grande parte di italiani – ha aggiunto – paga così poche imposte (o non ne paga affatto) da risultare totalmente  a carico della collettività. E’ il ritratto di un Paese – prosegue – con una forte redistribuzione principalmente a carico dei redditi sopra i 35mila euro lordi l’anno, che peraltro non beneficiano, se non marginalmente, di bonus, sgravi e agevolazioni, in assenza di controlli su una spesa assistenziale che cresce a tassi doppi rispetto a quella previdenziale”.

 

Distribuzione geografica Irpef

Forti disparità emergono anche sul fronte della distribuzione geografica dei versamenti Irpef: l’analisi dei redditi evidenzia che il Nord contribuisce per il 57,2% del totale, il Centro con il 21,8% del totale, mentre il Sud con il 20,97% del gettito complessivo.

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Procedura celere

Considerando le singole regioni, la Lombardia, con poco meno di 10 milioni di abitanti, versa 43,4 miliardi (40,3 nel 2021), un importo maggiore rispetto ai 39,7 miliardi (36,3 del 2021) dell’intero Sud che ha più del doppio degli abitanti (19,9 milioni) ma anche dei 41,3 miliardi (38,2 del 2021) del Centro che conta 11,7 milioni di abitanti.

 

 



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