Il Superbonus per i lavori effettuati nel 2023 può essere spalmato in dieci quote annuali di pari importo nella dichiarazione dei redditi. Questa la novità che prevede la legge di Bilancio 2025 andando così a colmare un vuoto normativo creatosi con due diverse leggi.
In quante quote si può spalmare il Superbonus
In origine il Superbonus nasce come maxi detrazione introdotta dal Decreto rilancio e nel corso del tempo ha cambiato aliquote, passando dal 110 al 70 e dal 2025 al 65% per poi sparire definitivamente dal 2026 secondo le intenzioni del governo. La maxi agevolazione è prevista solo per una serie di lavori sull’immobile, detti trainanti a cui collegare quelli detti trainati. Il Superbonus è stato inizialmente concepito come una detrazione fiscale da ripartire in quattro quote annuali di pari importo.
- Il Decreto-Legge 11/2023 ha introdotto però la possibilità di diluire in dieci anni (invece che in quattro) le detrazioni per i lavori effettuati con il Superbonus al 110% nel 2022, per i contribuenti che non hanno scelto la cessione del credito o lo sconto in fattura.
- Successivamente il Decreto-Legge 39/2024 ha prorogato la possibilità di spalmare le detrazioni su dieci anni per tutte le spese effettuate nel 2024. Rimaneva fuori l’anno 2023.
La manovra 2025 prevede ora l’estensione dell’opzione di ripartizione decennale anche per le spese sostenute nel 2023, facendo un’eventuale integrazione della dichiarazione dei redditi già presentata. Questo permetterà ai contribuenti di ridurre il carico fiscale annuale, rendendo più agevole la gestione del bonus.
Integrazione della dichiarazione dei redditi già fatta
La scelta di dilazionare in 10 anni, però, non è automatica: deve essere indicata espressamente nella Dichiarazione dei redditi 2024 (Modello Redditi 2024 o 730/2024), che riguarda l’anno d’imposta 2023. Dato che molti contribuenti hanno già presentato la dichiarazione dei redditi 2024, entro la scadenza del 30 settembre per il 730 e del 31 ottobre per il Modello Redditi, sarà necessaria una dichiarazione integrativa per poter optare per la ripartizione decennale. Perché la misura diventi operativa, sarà necessario attendere l’approvazione definitiva della legge di bilancio 2025, che deve essere licenziata dal Parlamento e pubblicata in Gazzetta Ufficiale entro la fine dell’anno.
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