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Un 2025 poco green tra tagli all’automotive, bonus e nuove accise su gas e luce: cosa c’è nella legge di Bilancio #finsubito prestito immediato


La legge di Bilancio 2025 contiene misure che non rispondono alla transizione energetica. Si guarda al dibattito parlamentare per modifiche sostanziali

I risultati si vedranno nei prossimi mesi, ma i contenuti della legge di Bilancio per tutto ciò che riguarda ambiente ed energia sono da tenere d’occhio e sono la cartina di tornasole di una maggioranza che continua a vedere la transizione verde come il fumo negli occhi di sinistra, verdi, associazioni. È vero, molte idee negli anni hanno mostrato limiti applicativi su quello che bisogna fare per cambiare rotta, ma non tutto è da buttare. Il governo di Giorgia Meloni con la manovra finanziaria ha una buona occasione per restare nella partita di un nuovo disegno economico e industriale. Una partita che nel bene e nel male va giocata

La mobilità sostenibile

Nella legge di Bilancio il governo ha inserito norme contro i sussidi ambientalmente dannosi (Sad), ma ha tagliato 4,5 miliardi di fondi dell’automotive, riferiti sostanzialmente alla mobilità sostenibile a motori. Dentro queste dualità si inseriscono critiche e proposte che accompagneranno l’iter della legge in Parlamento. Adiconsum, per esempio, ha chiesto al governo di preparare un piano pluriennale di incentivi per l’acquisto delle auto, a partire dalle categorie meno inquinanti. “L’eliminazione degli incentivi, impatta pesantemente sulla filiera dell’ automotive” dice in una nota alla vigilia del dibattito parlamentare. Il taglio dell’80% dal fondo Automotive, gestito dal ministero delle Imprese fino al 2030 rende “del tutto insufficienti gli interventi per sostenere la riconversione del settore e compromettono la competitività delle aziende italiane” aggiunge Anfia, Associazione nazionale filiera industria automobilistica. Nel 2025, quindi, non ci saranno ecobonus per l’acquisto di nuove auto, in discontinuità con quanto aveva introdotto il governo di Mario Draghi nel 2022. Gli italiani che ci speravano per ora si mettano l’anima in pace.

Tasse e sussidi ambientali dannosi

Sulla questione auto Giorgia Meloni probabilmente vuole vedere cosa accadrà in Europa, tra gli effetti della crisi tedesca e lo sciopero generale dei sindacati italiani, ma difende l’impianto della manovra. Sempre sulle auto, tuttavia, sono state inserite misure che penalizzano le auto aziendali non elettriche o ibride. Vengono introdotti tre scaglioni di tasse a seconda che l’automezzo concesso ai dipendenti come benefit sia a benzina, diesel o ibrido/elettrico. Il possesso dell’auto, in realtà contribuisce alla formazione del reddito del dipendente e si è deciso di colpirlo. Il governo vuole neutralizzare un mercato in crescita, ma dice anche alle aziende di rinnovare le flotte aziendali. Sono stati previsti contraccolpi da parte dei dipendenti e delle imprese?

Sempre riguardo ai sussidi dannosi il governo ha stabilito l’aumento dell’Iva al 22% per i rifiuti che vanno in discarica, cioè che non vengono trattati per ottenere energia. Ci sarà da vedere in quali regioni la norma sarà davvero applicata, considerata la cronica mancanza di impianti di trattamento rifiuti. Si farà un passo verso l’economia circolare o resterà soltanto un ipotesi? Sui bonus di cui si è detto tutto e il contrario di tutto, la legge di Bilancio li ricolloca come percorso di efficienza energetica. Ci sono, infatti, le proroghe per tutto il 2025 del bonus ristrutturazione al 50% e la detrazione del 65% delle spese sostenute nel 2025 per il Superbonus. La detrazione, in questo caso, si applica per i soli interventi avviati entro il 15 ottobre 2024.

Riforme per gas e luce

Altro capitolo da tenere sotto osservazione, i costi di gas ed elettricità: 105 miliardi di euro entro il 2027 è l’introito complessivo che il governo si aspetta dalla riforma delle accise su gas ed elettricità. Per il gas è prevista addirittura la nuova classificazione di “usi domestici” e “usi non domestici” superando la vecchia distinzione tra usi civili e usi industriali. Tassazione diversa anche per l’energia elettrica allo scopo di aumentare la produzione di elettricità da fonti rinnovabili. Quali ricadute su famiglie e imprese, considerato che l’Italia continua a sopportare il maggiore costo dell’energia in Europa? D’altra parte le autorizzazioni per costruire impianti con fonti rinnovabili sono tutte bloccate da ricorsi e lentezze burocratiche. La transizione energetica non può subire arresti, dicono le associazioni dei consumatori. La tematica ambientale, con quella energetica a fare da sfondo, resta una priorità che contraddice l’approccio ideologico della transizione di cui parla la premier. La discussione parlamentare della legge sarà l’ennesima occasione per fare sapere agli italiani come il governo vuole affrontare un futuro meno pesante dal punto di vista energetico e ambientale. I grandi capitoli della mobilità, dell’efficienza energetica, delle bollette di luce e gas, dei rifiuti non sono stati oscurati, ma le aspettative sono molto più alte. L’Italia nel 2023 ha investito 127 miliardi di euro per decarbonizzare l’economia, ma non bastano dice l’ultimo Report Zero Carbon Policy Agenda. Vedremo cosa deciderà il Parlamento.

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