Mortalità in eccesso a causa dell’amianto in due comuni ciociari, Paliano e Veroli. È quanto emerge dal rapporto dell’Istituto superiore di sanità “Impatto dell’amianto sulla mortalità”. «Il rapporto – scrive l’Istituto superiore di sanità – analizza la mortalità per mesotelioma maligno nei comuni italiani nella popolazione generale e nella sottopopolazione con 50 anni o meno. Nel periodo 2010-2020, 16.993 persone sono decedute per mesotelioma maligno (3,79 per 100.000): 12.276 maschi, 4.717 femmine. Il trend temporale è in decremento, particolarmente nei giovani (con 50 anni o meno). In 375 comuni la mortalità per mesotelioma maligno è maggiore dell’attesa. Specifiche analisi spaziali confermano la presenza di aree a maggior rischio. Proseguire la sorveglianza delle malattie amianto correlate, fornire strumenti per l’assistenza sanitaria e il supporto ai malati e ai loro familiari sono tra gli obiettivi del progetto Sepra, finanziato dall’Inail. Questi risultati, condivisi con le comunità interessate, suggeriscono interventi di prevenzione (incluse le bonifiche ambientali), assistenza sanitaria e sicurezza sociale».
Il direttore del dipartimento Ambiente e Salute dell’Istituto superiore di sanità Marco Martuzzi nell’introduzione del report evidenzia come «le esposizioni sono in larga parte di natura occupazionale o para-occupazionale, e molti casi dimostrano che le conoscenze disponibili nei decenni passati avrebbero consentito di prevenirle, in buona misura. La lunga latenza fa sì che il danno alla salute delle comunità colpite, per gli individui colpiti e le loro famiglie, sia molto persistente. Se è vero che l’esposizione subita in passato, decenni fa, non si possa purtroppo cancellare, è importante sottolineare che, nonostante la messa al bando, in Italia rimane molto amianto in diversi contesti, come nei residui di materiale da costruzione o di cantieri, ed è più recente la consapevolezza della pericolosità di alcune fibre amianto-simili naturali. Il problema amianto, pertanto, rimane attuale e richiede una vigilanza continua, non solo dovuta alle vittime e agli esposti, ma anche per prevenire nuove esposizioni e nuovi casi. L’amianto resta, insomma, un tema di prioritario interesse in ambiente e salute».
Nello studio l’Istituto superiore di sanità dà atto che «in Italia, nell’intero periodo analizzato 2010-2020, si sono verificati 16.993 decessi per mesotelioma maligno, 12.276 maschi e 4.717 femmine. Il tasso standardizzato è pari 3,79 per 100.000 abitanti nella popolazione maschile e 1,1 in quella femminile, con un rapporto tra i tassi maschi/femmine pari a 3,44». Il tasso standardizzato è calcolato in rapporto al numero dei decessi osservati con quelli attesi nella popolazione considerata. Tuttavia, precisa l’Iss «la stima puntuale dell’indicatore viene corredata da un intervallo di valori (detto Intervallo di confidenza). I valori dell’IC al 90% di probabilità indicano che vi è una probabilità del 90% che l’intervallo stimato includa la vera caratteristica della popolazione; in altre parole, l’IC esprime il livello di precisione dell’indicatore. I valori dell’SMR e del relativo IC sono stati moltiplicati per cento: se l’SMR e l’intervallo inferiore dell’IC sono maggiori di cento, il rischio di mortalità è in eccesso nella popolazione del comune, rispetto alla Regione; se risulta inferiore il rischio è in difetto».
Venendo ai dati della provincia di Frosinone, i numeri in eccesso risultano attribuiti ai comuni di Paliano e Veroli e, estendendo la ricerca alla Valle del Sacco, a Colleferro. Per quanto riguarda la mortalità in eccesso per mesotelioma maligno a Paliano risultano osservati 3 casi contro l’1,19 atteso, mentre il tasso standardizzato di mortalità si attesta a 252 su un intervallo di confidenza che va 101 a 629. Per Colleferro invece 11 casi contro i 3,49 attesi e un tasso di 315 (con un intervallo di confidenza tra 193 e 514).
Esaminando i dati in base ai sessi, per la mortalità in eccesso tra gli uomini a Paliano osservati 3 casi contro lo 0,88 atteso e un tasso di 342 (intervallo di confidenza 137-857), a Collefero 11 casi contro gli attesi 2,51 e un tasso di 438 (268-716). Per le donne mortalità in eccesso in soli cinque comuni laziali che sono Veroli, Albano Laziale, Marino, Montalto di Castro e Roma. A Veroli osservati 3 casi rispetto a un valore atteso di 0,84 mentre il tasso standardizzato di mortalità si attesta a 358 con un intervallo di confidenza tra 106 e 137. Peggio da questo punto di vista nel Lazio solo Montalto di Castro a 788 con un intervallo tra 315 e 1.971.
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