Per un prestito di 6,7 milioni di fondi garantiti dallo Stato ottenuti da Banca Progetto tramite documentazione falsa sono in corso tre misure cautelari, di cui due arresti, in una indagine della procura di Brescia, parallela a una della procura di Monza per la quale anche sono in corso di esecuzione provvedimenti, tra cui misure cautelari.
Tra le accuse contestate ci sono la truffa aggravata, la bancarotta e l’autoriciclaggio. Inoltre la Guardia di finanza sta effettuando una serie di perquisizioni, anche nella sede milanese della banca, dove sta acquisendo i modelli organizzativi in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti.
Banca Progetto Spa precisa in una nota di essere parte lesa nella vicenda e dunque di non essere indagata. “La Banca – prosegue la nota – conferma la propria volontà di collaborare con la GDF e le autorità competenti”.
Banca Progetto, arresti e perquisizioni
Tra gli arrestati un agente finanziario bresciano che, secondo le indagini, con l’ausilio di un collaboratore e del rappresentante legale di una società avrebbe consentito a quest’ultima di beneficiare di tre prestiti assistiti – per la maggior parte – dal Fondo centrale di garanzia a favore delle Pmi del Mediocredito Centrale. I finanziamenti sarebbero stati ottenuti attraverso la produzione di falsa documentazione e l’alterazione dei bilanci della società richiedente, e in parte trasferiti sui conti correnti nella disponibilità dell’agente arrestato, attraverso bonifici giustificati da operazioni commerciali non coerenti.
In particolare lo stesso agente, sebbene formalmente estraneo alla direzione dell’azienda beneficiaria dei prestiti, ne avrebbe assunto sostanzialmente l’amministrazione e “si sarebbe adoperato nella predisposizione di documentazione inattendibile” fanno sapere gli inquirenti.
Banca Progetto commissariata per finanziamenti a società legate alla ’ndrangheta
Banca Progetto dal 29 ottobre è commissariata da un amministratore giudiziario, Donato Maria Pezzuto, dopo l’apertura di un’inchiesta su presunti finanziamenti a società legate alla ’ndrangheta per oltre 10 milioni di euro. Le società coinvolte nell’inchiesta sarebbero nove e sarebbero legate alla ’ndrangheta in Lombardia, in particolare nella provincia di Varese.
Il consiglio di amministrazione ha nominato una task force, formata da risorse interne e da consulenti esterni che affiancherà il commissario per analizzare e gestire gli aspetti regolamentari e di vigilanza.
La banca è controllata dalla società americana Oaktree Capital Management che nel 2015 aveva comprato la Banca Popolare Lecchese. A settembre Oaktree ha firmato un accordo per cedere il suo 99,82 per cento ai fondi gestiti dalla società d’investimento Centerbridge Partners. La banca ha garantito la continuità dell’operatività.
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