“Malgrado quello che molti catanzaresi dicono, la storia di Catanzaro è molto importante e solo attraverso di essa è possibile trovare la chiave per la sua stessa salvezza”. Una sintesi mai scontata e riduttiva quella di ricondurre al nostro passato l’ingranaggio giusto per valorizzare il nostro futuro. Ed è infatti questo il messaggio più intrinseco che l’architetto Maria Adele Teti, già ordinario di urbanistica all’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria, ha dato del suo ultimo lavoro “Le pietre raccontano Catanzaro. Linee di ricerca per la rigenerazione dei centri storici”. Si tratta di un volume di 404 pagine, di una ricerca scientifica accurata che Maria Adele Teti offre alla città e che, partendo dalle trasformazioni territoriali della Calabria meridionale arriva poi a realizzare un focus sulla nascita e le trasformazioni di Catanzaro, dalle origini fino al XV, XVIII secolo, attraverso una documentazione in parte poco conosciuta e studiata che si avvale anche del prezioso corredo fotografico di Beppe Mazzocca. Materiali che l’autrice ha mostrato nel corso della presentazione del volume che si è tenuta ieri sera, nella sala conferenze della Camera di Commercio di Catanzaro, in un incontro voluto dal Rotary Club Catanzaro e dal Rotary Catanzaro Tre Colli, guidati rispettivamente da Elena Grimaldi e Giuseppe Caputo: “Valorizzare catanzaresi eccellenti e promuovere lo sviluppo del nostro territorio – spiegano i presidenti Grimaldi e Caputo – è tra le mission più importanti del nostro Club ed il lavoro di Maria Adele Teti è una ricerca scientifica di grande rilevanza, un patrimonio culturale e storico per la città e per la riqualificazione che merita”.
L’architetto Francesca Ferraro, che ha moderato l’evento, ha comunicato ai presenti che “Maria Adele Teti ha mostrato una grande generosità per il territorio donando al Comune un archivio fotografico e cartaceo” suggerendo di certificare questa donazione con un atto scritto, affinché ne rimanga traccia nel tempo. Anche il sindaco Nicola Fiorita, intervenuto alla presentazione, ha ringraziato la Teti per la preziosa documentazione donata: “È un’occasione – ha detto – per scoprire pezzi di Catanzaro e riscoprire anche il valore assoluto dell’impegno civile disinteressato in favore della nostra città. L’autrice è una persona che ha lavorato sempre per far scoprire la bellezza di Catanzaro, per difenderla, per custodirla, per rilanciarla”.
“Riscoprire la città anche attraverso la costituzione della sua forma urbana – ha detto l’assessore comunale alla cultura Donatella Monteverdi a margine dell’evento – è fondamentale per capire come la nostra comunità è cambiata nel tempo e per farlo è necessario non solo avere dei dati, ma anche interpretarli come fatto magistralmente dalla Teti in un volume di grande valore storico e culturale per la nostra città”.
Anche il padrone di casa, il presidente dell’Ente camerale di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, Pietro Falbo, ha definito il lavoro della Teti “una narrazione fluente che dà spessore e qualifica le radici storiche e culturali della nostra città, un excursus che dura secoli e che sulla rigenerazione urbana tiene conto del valore di strutture urbane importanti come per esempio la nostra, la sede della Camera di Commercio, che racconta un pezzetto di storia della nostra città”.
“Riempire il centro storico di contenitori culturali”
Quelle “pietre” che rappresentano la storia, raccontano Catanzaro, tracciano la linea per ritornare a quel passato, a quei beni storici poco valorizzati e compresi, superstiti delle profonde trasformazioni nel tempo. “Ed i catanzaresi – ha spiegato la Teti a margine del dibattito – devono ribellarsi alla distruzione delle bellezze naturali e storiche. Sono stati tanti gli errori fatti nel passato con demolizioni e ricostruzioni continue, soprattutto di quell’edilizia definita minore e che invece rappresentava il tessuto connettivo che ha poi distrutto l’organismo, ne sono un esempio palazzi da cinque o dieci piani tra le casette antiche nel centro storico. Si è distrutto l’ambiente storico, la magia. Dobbiamo però salvare il salvabile e ripartire dalla storia per avviare un piano di rigenerazione urbana rivolto allo sviluppo del turismo culturale, riempiendo il centro storico, ma anche altre aree della città, soprattutto le più degradate, di contenitori culturali. Non è vero che la cultura non porta denaro. Dobbiamo però ricreare un ambiente storico e comunicarlo nel giusto modo”.
“Sì ad università in centro. Isola pedonale? Assurda senza parcheggi ed eventi”
Sui temi più caldi che riguardano il centro storico, quali università in centro e isola pedonale, la Teti ha dichiarato a CatanzaroInforma.it che “purtroppo nel centro non ci sono più i tanti uffici nevralgici che potevano fungere da attrattori, quindi quella dell’università, corredata da servizi e agevolazioni, è certamente importante per far rivivere la città”. Quella dell’isola pedonale in centro invece, “è un’idea assurda se non prevede un piano parcheggi adeguato”. “Se faccio l’isola e poi non posso accedervi – ha detto – a cosa serve? Ed in ogni caso, il centro dovrebbe diventare un teatro a cielo aperto con eventi culturali in programma tutte le settimane: deve vivere il centro altrimenti non ha senso e muore come sta morendo ed è veramente un peccato mortale. Ed il mio libro ha proprio questo obiettivo: portare un contributo a questo progetto di valorizzazione”.
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