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Trump è il 47° presidente degli Usa: “Fermerò le guerre”. Ha il 51% nel voto popolare, stravince anche a Springfield “dove gli immigrati mangiano i gatti”. Le prossime tappe fino all’Inauguration day (20 gennaio) #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


Donald Trump diventa il 47esimo presidente degli Stati Uniti d’America. Anche la Cnn attribuisce a Donald Trump il Wisconsin e quindi la vittoria delle presidenziali. Con i 10 voti elettorali dello stato, infatti, il tycoon arriva a 276 voti elettorali, oltre i 270 necessario per avere la maggioranza del Collegio Elettorale. Anche l’Alaska con i suoi 3 grandi elettori è stata chiamata per Donald Trump che aumenta la sua vittoria a 279.  Fox News ore fa per prima aveva dato per vittorioso il tycoon nella corsa alla Casa Bianca, assegnandogli lo Stato chiave della Pennsylvania e anche (in anteprima) il Wisconsin. E secondo i media, a scrutinio ancora in corso il candidato repubblicano è proiettato a vincere anche il voto popolare, cosa che per un candidato presidenziale repubblicano non succedeva dal 2004 con George W. Bush.

Aggiornamento h 21,40 – Quando manca ormai la “chiamata” di soli tre Stati, Donald Trump si appresta a vincere la corsa alla Casa Bianca con 312 grandi elettori su 538, dopo aver già superato la soglia magica dei 270.
Al momento, secondo le proiezioni della Fox, il leader repubblicano conta 292 elettori contro i 226 di Kamala Harris. Ancora in palio ci sono i 3 gradi elettori dell’Alaska, gli 11 dell’Arizona e i 6 del Nevada: in tutti e tre questi Stati Trump è saldamente in testa. L’ex e futuro presidente ha incassato al momento quasi 72 milioni di voti popolari a livello nazionale (il 51%), contro i poco più di 67 milioni della sfidante democratica (47,5%).

Salito sul palco del convention center di Palm Beach con la famiglia al completo, tra i cori del pubblico ‘Usa Usa’, il tycoon ha rivendicato la presidenza sottolineando che «stasera abbiamo fatto la storia». Questa «è una magnifica vittoria che ci consentirà di rendere l’America di nuovo grande. Questo è un movimento mai visto prima, questo è il più grande movimento della storia», ha detto sottolineando che «vincere il voto popolare è bello» e rivendicando la conquista del Senato. Trump ha quindi promesso di portare una nuova «età dell’oro» negli Stati Uniti, mentre sul palco, il suo futuro vice JD Vance ha evidenziato che quello di stanotte «è stato il più grande comeback (rimonta) della storia americana». Kamala Harris chiamerà Donad Trump oggi per ammettere ufficialmente la sconfitta. Lo scrive Nbc news citando due fonti vicine alla vice presidente. Anche Joe Biden parlerà con il presidente eletto, secondo un funzionario della Casa Bianca. Le tempistiche delle due telefonate è ancora da definire.

Donald Trump vince non solo l’Ohio ma all’interno dello Stato conquista alla grande anche la contea dove si trova Springfield, la città finita suo malgrado sotto i riflettori dopo il presidente eletto e il suo vice JD Vanche hanno diffuso le false teorie che gli immigrati haitiani residenti «rapiscono e mangiano cani e gatti» della comunità. Ebbene qui, nella Clark County, il tycoon ha ottenuto il 64,2% contro il 34,8% di Kamala Harris.

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Trump sarà il primo presidente a ricoprire due mandati presidenziali non consecutivi dopo il dem Stephen Grover Cleveland (a fine ‘800), il primo con una condanna penale e il presidente più vecchio ad insediarsi, a 78 anni. La sua è considerata una vera e propria impresa senza precedenti, perché è riuscito a tornare alla Casa Bianca sfidando ogni regola del politicamente corretto, sopravvivendo a due impeachment, vari processi, due condanne penali e vari scandali. Dopo l’assalto al Capitol, sembrava un leader politico finito, abbandonato anche dal suo partito, che invece è riuscito a riconquistare.
Tra le prime reazioni in Usa, quella dello speaker della Camera Mike Johnson, che subito dopo la ‘call’della Fox si è congratulato con il «presidente eletto» Donald Trump. All’estero, dove la corsa alla Casa Bianca era seguita col fiato sospeso per le ripercussioni sui grandi dossier internazionali, Parigi è stata tra le prime capitali a reagire, con il portavoce del governo francese che ha sottolineato come ora, l’Europa deve «prendere in mano il proprio destino» in un certo numero di settori chiave, dalla difesa alla reindustrializzazione e decarbonizzazione. Macron si è detto «pronto a lavorare insieme” con «rispetto e ambizione». Ma intanto, ha annunciato insieme al cancelliere tedesco Olaf Scholz uno «stretto coordinamento” Parigi-Berlino, proprio a seguito del voto Usa. 
Da Budapest, il primo ministro ungherese Viktor Orban – l’unico leader europeo a tifare esplicitamente per il tycoon – ha celebrato «il più grande ritorno nella storia politica degli Stati Uniti» e «una vittoria necessaria per il mondo». Da Pechino, la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, ha auspicato una «coesistenza pacifica» con Washington. A Mosca, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha affidato a Telegram un criptico messaggio apparentemente riferito al voto americano: «Vince chi vive di amore per il proprio Paese e non di odio verso gli stranieri». Il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, si è congratulato con Trump per «il più grande ritorno della storia».

A scrutinio ancora in corso, Donald Trump è proiettato a vincere anche il voto popolare, cosa che per un candidato presidenziale repubblicano non succedeva dal 2004, con George W. Bush. Al momento il tycoon ha il 51% dei voti (68.754.633), contro il 47% di Kamala Harris (63.656.587), secondo il Guardian.

Dopo l’Election Day ci sono altre tappe prima di arrivare all’insediamento di Donald Trump come nuovo presidente Usa, durante le quali i transition team lavorano al passaggio di consegne. Ecco i momenti principali.
* I VOTI DEI GRANDI ELETTORI – Nel primo lunedì dopo il secondo mercoledì di dicembre, quest’anno il 17 dicembre, gli elettori del collegio elettorale votano per il presidente e il vicepresidente in relazione all’esito del voto nei loro singoli Stati, incontrandosi nelle rispettive capitali. Sebbene i membri del collegio elettorale possano votare per chiunque secondo la costituzione Usa, 32 stati più il Distretto di Columbia hanno leggi contro i cosiddetti elettori infedeli, ossia quegli elettori che non esprimono il loro voto elettorale per la persona per la quale hanno promesso di votare. La Corte Suprema ha stabilito all’unanimità nel 2020 che la Costituzione non impedisce agli Stati di penalizzare o sostituire gli elettori infedeli. I certificati sigillati dei voti vengono inviati al presidente del Senato e all’archivio statale e devono essere ricevuti prima del quarto mercoledì di dicembre. Poi, il 3 gennaio o prima, l’archivista trasferisce i set di certificati al Congresso.
* LA CERTIFICAZIONE DEL VOTO – Il 6 gennaio il Congresso si riunisce in una sessione congiunta per contare e certificare i voti elettorali. Il conteggio viene fatto a voce alta dal vicepresidente in carica, che agisce nella sua veste di presidente del Senato. I membri del Congresso sono liberi di opporsi a uno o tutti i conteggi dei voti elettorali di uno Stato, a condizione che l’obiezione sia presentata per iscritto e firmata da almeno un membro di ciascuna Camera del Congresso. Se viene presentata tale obiezione, entrambe le Camere si aggiornano per discutere e votare sull’obiezione. E’ richiesta l’approvazione di entrambe le camere del Congresso per invalidare i voti elettorali in questione.
* INAUGURATION DAY – Il 20 gennaio, il presidente e il vicepresidente si insediano prestando giuramento al Capitol, in una cerimonia solenne seguita da decine di migliaia di persone assiepate lungo il National Mall.

“A nome mio e del Governo italiano, le più sincere congratulazioni al presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump. Italia e Stati Uniti sono Nazioni ‘sorellè, legate da un’alleanza incrollabile, valori comuni e una storica amicizia. È un legame strategico, che sono certa ora rafforzeremo ancora di più. Buon lavoro presidente”. Così su X la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. E Matteo Salvini saluta la vittoria del tycoon Trump in un messaggio su Instagram: «Lotta all’immigrazione clandestina e taglio delle tasse, radici cristiane e ritorno alla pace, libertà di pensiero e no ai processi politici. Anche negli Usa vincono buonsenso, passione e futuro! Buon lavoro, Presidente Donald Trump».  Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella fa gli auguri a Donald Trump in un messaggio in cui conferma tra l’altro la ferma volontà di Roma di lavorare d’intesa con Washington , bilateralmente e in tutti i consessi multilaterali, oltre che nella cornice delle relazioni tra Stati Uniti ed Europa.  «Le porgo cordiali auguri di successo nel suo nuovo mandato alla presidenza degli Stati Uniti d’America», scrive il capo dello Stato Sergio Mattarella. «I nostri Paesi sono uniti da inscindibili vincoli di amicizia e collaborazione, cementati dalla condivisione dei valori democratici  dalla comune adesione a un ordine internazionale fondato sulle regole. Tali legami, che includono l’imprescindibile dimensione euro-atlantica, sono di vitale importanza, ancor più nell’attuale contesto internazionale segnato da conflitti e focolai di instabilità. Nella ricerca di soluzioni efficaci alle gravi crisi del presente Roma conferma la sua ferma volontà di lavorare d’intesa con Washington, bilateralmente e in tutti consessi multilaterali, oltre che nella cornice delle relazioni tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea», prosegue il Presidente.
«A nome della Repubblica italiana le porgo i migliori auguri di benessere per la sua persona e di prosperità per l’amico popolo statunitense», conclude.

La vittoria di Donald Trump alle presidenziali Usa ha un effetto immediato sui mercati, che beneficeranno delle sue politiche, attese non molto diverse da quelle del primo mandato. Tagli delle tasse, deregolamentazione e dazi promettono di dare una spinta alla crescita economica degli Stati Uniti, agli utili delle società in primis quelle americane e all’inflazione.
Non stupisce allora che Wall Street si prepari a festeggiare: lo indicano i futures americani con l’P 500 che guadagna l’1,5%. Non possono non salire anche listini europei a partire da Londra (+0,86%) che è fuori dall’eurozona dove comunque, dopo una partenza cauta, va bene Parigi (+1%), così come Francoforte (+0,8%) e Milano (+0,85%). Mentre montava la valanga di voti per Trump a perdere in Asia sono state invece le Borse cinesi per la paura dei dazi mentre Tokyo ha beneficiato dell’ulteriore indebolimento dello yen contro il dollaro. La moneta verde ha registrato oggi il maggior incremento dal 2020 e grazie alla vittoria del candidato repubblicano guadagna su tutte le valute a partire dall’euro: il cambio della moneta europea scende dell’1,8% a 1.0732 dollari.
I titoli del Tesoro americani sono crollati, facendo salire i rendimenti di riferimento di oltre 0,1 punti percentuali sull’idea che la politica di Trump farà ripartire l’inflazione con i conseguenti effetti sulla politica dei tassi della Fed. La deregulation promessa dal tycoon americano ha fatto salire poi il Bitcoin (+6% a 73.800 dollari) a un nuovo livello record. In calo invece il petrolio anche perché Trump vuole incrementare la produzione Usa: il West Texas intermediate (Wti) segna un calo dell’1,1% a 71,18 dollari al barile e il Brent del mare del Nord dell’1,1% a 74,69 dollari. 





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