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Che fine fa la cocaina sequestrata? Il viaggio blindato da Livorno per distruggere il carico da 300 chili – Video Il Tirreno – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


Un’auto davanti. Tre a guardare le spalle. Nel mezzo il furgone scuro con il carico. Un elicottero che segue tutto dall’alto.

Sono le 9,06. Un cenno con la mano e il serpentone inizia a muoversi. Da Livorno partono 60 milioni di euro di cocaina. Oltre 300 chili di droga scortati dalla guardia di finanza. Perché le immagini dei vari sequestri si moltiplicano, ma c’è una “fase due” che non si vede quasi mai.

Che fine fa la cocaina sequestrata? Dove viene sistemata dopo essere stata strappata dalle mani della malavita? Le risposte stanno tutte in una mattina passata nella caserma Santini delle fiamme gialle.

Il carico

«Carichiamo». Il colonnello Cesare Antuofermo, comandante provinciale della guardia di finanza di Livorno, scandisce l’ordine. Due finanzieri con il volto coperto da un passamontagna iniziano a riempire un furgone con panetti di cocaina. «Si tratta di oltre 300 chili complessivi, sequestrati soprattutto nell’ambito di cinque importanti operazioni al porto nell’ultimo anno. Oggi svuotiamo il nostro deposito e distruggiamo la droga», spiega. I militari a volto coperto «sono quelli in borghese – continua Antuofermo – e per ragioni di sicurezza è opportuno che non si mostrino in volto». Insieme ai tre quintali di cocaina caricano alcuni prodotti contraffatti: borse e abbigliamento. Tutto finirà in un inceneritore in Toscana. Bruciato. «Ogni passo dello smaltimento viene seguito dai finanzieri sul posto – precisa Antuofermo – fin quando tutto il carico viene completamente eliminato».

Il viaggio

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Dentro al blindato della finanza ci sono 60 milioni di euro sottratti ad alcune delle più pericolose firme della criminalità a livello internazionale. In quei 300 chili di cocaina ci sono i mancati guadagni di boss del narcotraffico. Ecco perché il viaggio da Livorno all’inceneritore è un affare delicato. E soprattutto pericoloso. «Non siamo in sud America, è vero. Ma abbiamo comunque un carico di 300 chili di cocaina. Spostare 60 milioni di euro per diversi chilometri, su varie strade della Toscana, non è un gioco. Bisogna stare attenti».

La scorta

Operazioni come questa vengono svolte circa una volta all’anno. «A Livorno è stata svolta un’intensa attività di contrasto al mercato della droga negli ultimi mesi, e per questo motivo il nostro deposito conteneva un elevato quantitativo di droga. Era necessario procedere con la distruzione. Solitamente – dice il colonnello – il viaggio verso l’inceneritore non viene compiuto frequentemente». Mentre i due finanzieri caricano i panetti sul furgone, un collega impugna la mitraglietta e controlla con lo sguardo ogni angolo della banchina su cui si affaccia la caserma Santini.

Quando il carico è sistemato sul camion, questo fa marcia indietro e torna quasi “nascosto” all’interno della caserma. Fuori si schierano le auto della scorta, in attesa del via libera alla partenza, affidato al colonnello Antuofermo. «Sono coinvolte alcune decine di uomini – spiega – di vari reparti. Ognuno con un compito preciso. La scorta è composta da militari della sezione antiterrorismo e pronto impiego e del secondo nucleo operativo del gruppo livornese. È stata inoltre prevista una sorveglianza aerea mediante l’impiego di un elicottero della sezione aerea della guardia di finanza di Pisa». Tutta la cocaina è stata campionata e analizzata. Il colonnello Antuofermo spiega che gli accertamenti hanno portato alla conferma che si tratta di «sostanza con un alto grado di purezza, capace di fruttare oltre 60 milioni di euro con la vendita al dettaglio. Ogni sequestro è un colpo che assestiamo alla criminalità». Poi il cenno e la partenza. Il carico parte. E a metà mattinata 60 milioni di cocaina sono già inceneriti. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA



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