«Una fabbrica diventata arte». «Il nuovo polo fiorentino della cultura contemporanea». «Una formula contro l’overtourism». Gli addetti ai lavori concordano sul fatto che Manifattura Tabacchi a Firenze, – nel quartiere Rifredi, a due passi da Santa Maria Novella e dai salotti del Giglio – contribuirà a portare la città toscana nel futuro. Passeggiando tra le vie che portano il nome di donne come Rita Levi Montalcini e Francesca Morvillo – una dedica alle lavoratrici che in questi edifici hanno incartato, per oltre mezzo secolo, sigari e sigarette – si ha davvero questa impressione: a Firenze nascerà, sta già nascendo, un quartiere che è una vera e propria cittadella di respiro internazionale. Un luogo in cui lavorare, vivere e rilassarsi.
Senza auto in giro e con tanto verde intorno. Quando, nel maggio del 2026, il progetto sarà terminato e l’ultimo dei sedici lotti riqualificati verrà consegnato, in Manifattura Tabacchi graviteranno ogni giorno 10mila persone tra residenti, studenti e turisti.
La nascita di una città nella città
Dopo aver lavorato incessantemente per decenni, nel 2001 la manifattura fiorentina gestita dal Monopolio di Stato cessa le attività produttive. Nei 15 anni successivi i suoi spazi, sei ettari di suolo proprio accanto al Parco delle Cascine, restano abbandonati. Il progetto di riqualificazione viene avviato nel gennaio 2020: quello che gli investitori – il fondo inglese Aermont Capital LLP e Cassa Depositi e Prestiti – si trovano davanti è molto più di una ex fabbrica in disuso ma un complesso architettonico razionalista sviluppato dalla mente geniale di Pier Luigi Nervi. Le linee sono dinamiche, le forme moderne, gli spazi geometrici. Un vantaggio, da una parte. Un problema, dall’altra: non c’è quasi nulla in Manifattura Tabacchi, dai mattoni delle strade ai cornicioni degli edifici, che non sia vincolato dalla Sovrintendenza fiorentina.
Non è però tanto la burocrazia a rallentare lo sviluppo del progetto ma la pandemia. Dopo due anni di stop forzato, nel 2023 i lavori riprendono a spron battuto. Con un obiettivo preciso: trasformare ambienti produttivi, depositi e uffici in studi di professionisti, atelier, sale per workshop, birrifici artigianali, loft residenziali. È il destino che accomuna, da una trentina d’anni a questa parte, le fabbriche che sorgono all’interno o ai margini delle grandi città. La rigenerazione trasforma gli spazi ma anche gli spiriti. Nei luoghi di Manifattura Tabacchi in cui hanno lavorato in stile catena di montaggio generazioni di donne, oggi si incontrano giovani hipster, studenti sofisticati, artigiani di fino. Tutto è più fluido, delicato, inclusivo. Una vittoria, certo. Che però, per essere completa, non può fallire su un punto molto importante.
I volti di Manifattura
I volti e le storie di chi ci lavora raccontano cosa è oggi Manifattura Tabacchi. Dopo una carriera nel mondo dell’abbigliamento, Elisabetta Congia e Lara Messeri nel loro Cuchiss Lab preparano e servono biscotti, cupcake e banana bread artigianali.
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