Miceli
È sempre più esasperata, la ricerca di nuovo gettito da immettere nelle casse dello stato. Dopo il concordato preventivo biennale e il ravvedimento speciale che consente di inibire accertamenti da parte dell’amministrazione finanziaria per il periodo 2018-2022 mediante il pagamento di determinate somme, all’orizzonte spunta la possibilità di una nuova rottamazione delle cartelle fiscali, con l’inclusione delle annualità 2022 e 2023 per i carichi esclusi dalla precedente rottamazione .In campo però anche la possibile riapertura dei termini per chi non ha pagato le rate della definizione agevolata in corso, ed è quindi decaduto dalla possibilità di versare il debito maturato al netto di sanzioni e interessi. Una nuova rottamazione delle cartelle che quindi avrebbe un duplice scopo: da un lato aprire ai carichi più recenti (affidati dalla metà del 2022 e fino alla fine dello scorso anno), dall’altro offrire un “nuovo salvagente” a chi non ha rispettato le scadenze delle rate dovute. Sul fronte delle scadenze, l’emendamento fissa attualmente al 31 luglio 2025 la prima data per il pagamento. Riprendendo le regole già previste per la definizione agevolata in corso, verrebbe consentito spalmare il debito dovuto in un massimo di 18 rate, con interessi pari al 2 per cento per le quote successive alla prima. Dettagli sui quali si resta in ogni caso in attesa di conferme, anche in relazione al possibile ripescaggio per i decaduti dalla rottamazione in corso. Su questo aspetto si evidenzia inoltre che il 2 dicembre è in scadenza l’ultima rata dell’anno della definizione agevolata, appuntamento da segnare in rosso sul calendario e per il quale continua in ogni caso ad applicarsi il termine di tolleranza di 5 giorni.
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