MESSINA. Una possibile soluzione alla crisi idrica che attanaglia la Sicilia? Dei tir che depurano l’acqua e… una nave dissalatrice. È il progetto della startup dell’Università degli Studi di Messina “KnoWow”, acquistato negli Emirati Arabi e presentato alla 15esima edizione della Borsa della Ricerca presso il Monastero dei Benedettini di Catania. Un’idea che nasce per contrastare gli effetti della crisi che sta investendo l’Isola e che verrà sfruttata per limitare la crisi di agricoltura e turismo e rispondere agli interventi urgenti richiesti.
Secondo il progetto, coordinato dal professore Unime di Disegno industriale Filippo Cucinotta, le possibili soluzioni sarebbero due: la prima sarebbe quella di una carovana di tir equipaggiati con sistemi di osmosi inversa (quel sistema che differenzia la semplice filtrazione dalla dissalazione). Si tratta di un modulo composto da minimo tre tir: uno che funge da trivella, uno che si occupa della filtrazione e uno della depurazione, per poi trasferire l’acqua in autobotte o in cisterna. «La logica dietro questa idea – spiega Cucinotta – è l’intervento di questi tir in caso di emergenza: non depurano l’acqua che viene utilizzata ogni giorno, ma solo quella in casi che impediscono di usare l’acqua quotidiana». Il vantaggio è che possono spostarsi e servire le popolazioni ad ampio raggio. Perché secondo il progetto la carovana è composta da 15 tir? Per rispondere alla domanda di portata minima richiesta dal compratore.
La seconda soluzione alla crisi idrica, invece, è quella di un impianto di depurazione acqua installato su una nave cisterna vicino ai porti siciliani. Questa dovrebbe fornire acqua potabile dove necessario e si tratta di “una soluzione sostenibile che riduce l’impatto ambientale e garantisce distribuzione rapida senza infrastrutture fisse”, si legge nella presentazione.
Più nel dettaglio, l’idea prevede due concept per due navi diverse. La prima, la Suezmax, è una nave più grande (rispettando sempre i limiti imposti dal canale di Suez) che è stata concepita per soddisfare una richiesta ben specifica: poter atterrare con elicotteri King Stallion. Questi elicotteri, molto grandi e potenti, nascono per portare cisterne: l’idea, quindi, è quella di atterrare sulla nave Suezmax (dotata di una pista di atterraggio molto grande) e caricare le cisterne di questi elicotteri per poter portare l’acqua.
La seconda nave cisterna, invece, è molto più piccola rispetto alla prima e consentirebbe solo l’atterraggi di elicotteri di servizio. «Questa nave sarebbe in grado di mettersi in rada per dissalare anche un anno, senza muoversi. Qualora servisse fare il cambio turno o ci fosse la necessità di trasportare pezzi di ricambi o altro, si potrebbero utilizzare gli elicotteri», illustra Cucinotta.
Quali sono i vantaggi di una nave dissalatrice? Innanzitutto, la “facilità di attingere a grandi volumi d’acqua“, quindi la “gestione sostenibile delle acque reflue con recupero del sale per usi secondari, riducendo l’impatto ambientale” e la “capacità di rifornire autocisterne (STT), navi di distribuzione (STS), serbatoi di condutture terrestri (STP), rete idrica terrestre (STN) e ferrovia (STR)”, si legge nella presentazione del progetto. Per entrambe le tipologie di nave, comunque, il sistema di approvvigionamento idrico sarebbe lo stesso: una conduttura idrica allacciata con la terraferma, una nave cisterna che si affianca e carica l’acqua, oppure il carico dell’acqua da parte delle autocisterne direttamente in un porto. Naturalmente, però, per quanto riguarda la Suezmax, non è consigliato l’avvicinamento al porto per le sue notevoli dimensioni.
Il progetto della startup targata Unime rappresenta un’innovazione sostenibile e, infatti, “le soluzioni di desalinizzazione proposte da Knowow, come gli impianti mobili e su nave, offrono risposte efficaci alla crisi idrica in Sicilia”, spiegano. Uno degli impatti positivi secondo i promotori del progetto è l’approvvigionamento continuo di acqua dolce, che “migliorerà la resilienza delle comunità e delle industrie locali, riducendo la dipendenza dalle risorse idriche naturali”. Inoltre, in ottica di prospettive future, KnoWow continuerà “a sviluppare tecnologie avanzate e a collaborare con partner strategici per espandere l’applicazione di questi impianti a livello regionale e oltre”.
Ma di cosa si occupa, nello specifico, KnoWow? Progettazione meccanica integrata: questa startup progetta e sviluppa macchine di testing. La punta di diamante dei suoi brevetti è la “Rapid Testing Machine”, macchina brevettata per test rapidi di fatica. Ancora, fornisce supporto alle aziende nella progettazione meccanica e nella caratterizzazione dei materiali e offre assistenza e consulenza nell’Additive Manufacturing (processo industriale impiegato per fabbricare oggetti partendo da modelli 3D computerizzati). I settori per cui progettata e brevettata sono: automotive, biomedicale, navale ed energetico.
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