Lo si era già capito a fine ottobre, quando il governo aveva tagliato 4,6 miliardi di euro dal fondo automotive, e ieri è arrivata la conferma: gli incentivi per le auto elettriche non torneranno nel 2025.
A dirlo senza troppi giri di parole è stato il ministro del Made in Italy e delle imprese, Adolfo Urso, rispondendo ad un question time al senato nell’ambito della nuova legge di bilancio 2025. Ebbene, soffermandosi sui fondi destinati appunto agli incentivi alle auto elettriche, quest’anno terminati in 9 ore, si è rivolto così a chi gli chiedeva lumi: “E’ finito il tempo dei bonus. Gli incentivi destinati all’acquisto non hanno avuto effetti positivi sulla produzione. Dobbiamo prenderne atto e concentrare le risorse sugli investimenti”.
Quindi ha aggiunto: “Ho firmato un provvedimento che prevede l’apertura del nuovo sportello dei contratti di sviluppo, finanziato con risorse del PNRR e dedicato alle filiere strategiche nazionali, includendo il settore auto. La dotazione finanziaria da 500 milioni potrà essere integrata per far fronte alle esigenze del settore nel prossimo biennio 2025-2027”.
Anche il ministro del Tesoro, Giorgetti, ha confermato l’addio all’Ecobonus nel 2025: “Non tagliamo i fondi alle imprese che vogliono riconvertire – ha precisato l’esponente della Lega – tagliamo i fondi per le rottamazioni e gli incentivi all’acquisto di auto elettriche prodotte in Cina o altri paesi. Questo sì. Questi 700 milioni non li ritroverete più dal 2025 in avanti”.
Con queste ultime dichiarazioni in realtà Giorgetti sembrerebbe lasciare uno spiraglio per le auto Made in Italy, un leit motiv spesso e volentieri ripetuto negli ultimi mesi dal governo, ma la cosa certa è che il corposo miliardo di euro circa messo a disposizione quest’anno per l’acquisto di vetture green e a basse emissioni non tornerà più.
Cosa aspettarsi quindi? L’obiettivo dell’esecutivo sembra quello di incentivare maggiormente il settore auto piuttosto che “regalare” soldi per l’acquisto delle stesse, quindi è probabile un piano strutturale per provare a risollevare mercato e produzione che negli ultimi due anni hanno registrato volumi decisamente negativi.
Secondariamente non è da escludere qualche forma di bonus destinata realmente alle sole vetture prodotte nel nostro Paese che sono in realtà un gruppo davvero sparuto. Urso ha infine ribadito la necessità di anticipare la clausola di revisione al 2025, spiegando: “Abbiamo concordato con la Repubblica Ceca un non paper per anticipare a inizio 2025 la clausola di revisione del regolamento sulle emissioni di CO2 per i veicoli leggeri, che ho personalmente illustrato agli altri colleghi europei. Il documento non mette in discussione l’obiettivo di decarbonizzazione al 2035, ma chiede che si raggiunga con un approccio di neutralità tecnologica”, ricordando come la crisi non riguardi solo Stellantis o l’Italia, ma l’intero settore.
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