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Napoli, il grido delle mamme: “Siamo terrorizzate per i nostri figli” – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


Associazioni, chiesa, sindacati, studenti e centri sociali intervengono all’assemblea “Liberiamo Napoli della violenze” spostata in piazza del Gesù in previsione dell’alto numero di partecipanti. Il colpo d’occhio è però a macchia di leopardo, la piazza non si riempie e i partecipanti – circa trecento – sono tutti legati alle 150 realtà che hanno aderito alla manifestazione. Il resto della città, insomma, non è qui per dire basta alla devianza minorile e alla spirale di omicidi di giovanissimi.

Le mamme del centro storico formano un cerchio con i loro figli dinanzi a una distesa di scarpe per ricordare il motivo degli omicidi di Francesco Pio Maimone e Santo Romano. «Non si può morire per una scarpa sporcata. Abbiamo paura di uscire», dice uno dei ragazzi. «Siamo terrorizzate per i nostri figli – aggiunge Raffaella Guarracino, portavoce della mamme – Non solo a Napoli c’è una pericolosa violenza tra i giovani, quasi una moda. Ma di questi omicidi abbiamo tutti le mani macchiate di sangue: genitori, scuola, istituzioni, parrocchie». Poco distante ci sono le altre mamme della Rete per la sicurezza minori e adolescenti nata nel 2021, pronte a un nuovo incontro in prefettura: «Chiediamo una risposta urgente», sintetizza Nelide Milano. Ed è allarme anche tra i turisti: il presidente dei B&b Agostino Ingenito parla di «decine di ospiti che vogliono lasciare le strutture del centro storico dopo l’ennesima sparatoria».

L’elenco degli aderenti è lungo: in testa Libera Campania e la Curia, dunque Assogioca, Fondazione Polis, Maestri di Strada, Foqus, associazione Quartieri Spagnoli, i sindacati Cgil e Uil. La piazza accoglie i familiari di vittime innocenti come Annalisa Durante, Genny Cesarano e Kekko Pio Maimone: «Dov’è lo Stato?», grida il papà Antonio. «Fermiamo questo massacro», aggiunge Antonio Cesarano. L’arcivescovo Domenico Battaglia invia un messaggio: «Siate sentinelle e custodi della città, denunciate l’indifferenza di chi si gira dall’altra parte. Un futuro libero da armi e in cui ogni bambino può crescere sereno è possibile solo se si cammina insieme».

Il sindaco Manfredi ascolta le proposte insieme con gli assessori De Iesu, Ferrante Striano, Trapanese e Marciani: «È venuta tutta la Napoli che ogni giorno lotta per costruire un futuro per i nostri ragazzi», spiega il sindaco mentre invoca «il lavoro di squadra» come necessario per affrontare il problema. Il Comune investirà tre milioni nella videosorveglianza, la Regione è pronta a incrementare le telecamere in città, mentre il primo cittadino parla delle iniziative fatte contro la dispersione scolastica, l’apertura di campetti nelle periferie e l’assunzione dal primo dicembre di trenta operatori sociali.

«Napoli ha 241 assistenti sociali, uno ogni cinquemila abitanti, che per input del governo si devono occupare dell’assegno di inclusione», chiosa il presidente della III municipalità Fabio Greco. Dal palco si insiste sulla necessità di un’azione del governo: «Abbiamo bisogno di più Stato, di impegno collettivo, del contrasto alla povertà educativa, di lavoro dignitoso», afferma il segretario campano della Cgil Nicola Ricci. Gianfranco Wurzburger di Assogioca invoca «un decreto adolescenti».

«Serve un piano straordinario per l’educativa, un sostegno a scuole e operatori sociali che non ce la fanno da soli – dice Mariano Di Palma (Libera Campania) – ma prima di tutto si deve porre fine al possesso delle armi».

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«Stanotte abbiamo perso un altro ragazzo: tocca a noi agire, diamoci da fare – aggiunge padre Alex Zanotelli – C’è una “Napoli buona” a cui non frega niente delle periferie: chi ha potere economico e finanziario deve prendere seriamente in considerazione chi soffre».



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