PISTOIA – Giudizio negativo delle opposizioni sul nuovo Piano strutturale che la maggioranza si appresta ad approvare nel prossimo consiglio comunale. Le opposizioni parlano di “occasione mancata” per Pistoia.
I gruppi consiliari del Pd, Civici e Riformisti, e Pistoia ecologista e progressista, hanno presentato emendamenti mirati a orientare la crescita della città verso una sostenibilità ambientale concreta, una gestione più responsabile del consumo di suolo e una maggiore attenzione al recupero delle acque piovane e ai rischi idrogeologici, compresa la subsidenza, che i tre gruppi ritengono cruciale per la sicurezza del territorio, che è stata “inspiegabilmente cancellata dal Piano”.
Il Piano manca anche di una visione strutturata sulla viabilità per i mezzi pesanti, un aspetto essenziale per supportare il tessuto economico della città e migliorare la qualità della vita nelle aree urbane attraversate dai flussi logistici.
“Nonostante l’importanza strategica di queste proposte – spiegano i tre esponenti della minoranza – la maggioranza ha respinto ogni tentativo di rendere il Piano strutturale uno strumento più avanzato e in linea con le sfide attuali del cambiamento climatico. Si è persa un’opportunità di promuovere
una città moderna e resiliente, capace di conciliare sviluppo economico, viabilità efficiente e tutela dell’ambiente per le future generazioni”.
“Per i Civici e Riformisti il Piano strutturale di Tomasi e della sua maggioranza ha una forte criticità – spiega Tina Nuti -: troppa nuova edificazione sia per il residenziale che per il produttivo e poco riuso. Molti degli emendamenti che ho presentato chiedevano di sostenere il recupero dei tanti edifici esistenti e dismessi, prevedendo la collaborazione pubblico-privato per gli edifici storici del centro cittadino nonché sgravi e agevolazioni per le zone della collina e della montagna. Invece la giunta Tomasi ha deciso di togliere terreno al settore agricolo della piana e di aumentare in modo eccessivo le aree industriali, senza uno studio oggettivo del rischio idraulico, senza conoscere i reali bisogni, le nuove tipologie di lavoro e l’andamento economico dell’intera area metropolitana. Il documento centrale del Piano strutturale è confuso e spesso incoerente, come si è dimostrato incoerente Tomasi che nel 2019 aveva sottoscritto in un documento ufficiale di voler salvaguardare il suolo del comune da nuove costruzioni, mentre oggi lo troviamo convintamente sul fronte opposto. Come ho detto più volte a Tomasi in questi giorni di discussione, il territorio è un bene comune che nessuna amministrazione può gestire con disinvoltura”.
“Per il gruppo del Partito democratico il Piano strutturale dovrebbe puntare con più forza sulla rigenerazione urbana con minor consumo di suolo e maggiore attenzione al riuso e alla riqualificazione, con interventi di vera sostenibilità ambientale – afferma Matteo Giusti -. Serve una visione che permetta lo sviluppo economico ma tuteli il suolo e favorisca il recupero delle acque piovane. Invece, il sindaco dopo aver bocciato tutti i nostri emendamenti che andavano in questa direzione, ha cancellato il tema della subsidenza dal Piano, negando quanto riportato nella relazione geologica: un grave errore che ignora un rischio concreto per il nostro territorio. Vogliamo una città che guardi al futuro, con quartieri rigenerti, più spazi verdi e una pianificazione che tuteli davvero il territorio pistoiese e ne favorisca la crescita”.
“Gli emendamenti di Pistoia Ecologista Progressista, bocciati dalla maggioranza di Tomasi dice Mattia Nesti – , puntavano a migliorare le più gravi criticità di questo Piano strutturale. Si parla, infatti, di cerchia verde intorno alla città, ma poi si apre a nuove edificazioni in aree libere e strategiche come Parco Scornio, Montesecco e l’ex Campo di volo. E si fanno scelte sbagliate anche sulla viabilità. L’obiettvo dovrebbe essere liberare dal traffico pesante la Montalese e collegare le aree produttve con la via Toscana e le altre zone industriali. Non impattare e costruire nell’attuale piana verde tra Pistoia e Montale, come fa questo Piano”.
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